Ho solo bisogno di allenamento?

post 205

 

 

Ci sono cose di cui non ci stanca mai.

Tarantino, per esempio. Ho passato il weekend riguardando tutti (o quasi) i suoi film insieme all’Amico Speciale.

La musica in generale. Rientra nella categoria.

Il caffè. Se non lo bevo come fosse acqua è solo per salvarmi da un futuro fatto da un braccio sinistro dolorante prima di cadere al suolo. Morta.

Poi ci sono cose che stancano, dopo un po’. La pasta al pomodoro, per esempio, che Little non mangerebbe altro per pranzo. La tv solo per guardarla. Anche stare a letto oltre una certa ora (ok, questo forse vale solo dopo i 30 anni). La quarantena.

Dopo due mesi ero davvero stanca di non essere stanca. Di andare a letto alla stessa ora (improponibilmente presto, ma sono abituata così) e di rigirarmi nel letto senza sosta, di alzarmi dal divano solo per fare pipì, di passare buona parte della giornata a cucinare (provate a dire un piatto: l’ho fatto senza dubbio, a meno che la materia prima non fosse troppo cara).

Il weekend appena trascorso con L’Amico Speciale è stato una serie di interventi chirurgici alla mia abitazione mentre io sfornavo cose: cheesecake, Piadine Romagnole alla Toscana (PRT, in gergo, è una cosina inventata sul momento), risotto ai porcini… insomma, l’ho già scritto, credo che il suo intestino sia stato lieto di aver lasciato questa abitazione. L’Amico Speciale forse no, giusto ieri sera mi diceva che il weekend è volato. E poi ci va messo che ho fatto la parte della geisha (anche se l’ho avvisato: goditela ora, bello, non ricapiterà fino alla prossima pandemia). Sono stata felice di fare qualcosa per lui. O forse solo di fare qualcosa. Avere uno scopo nella giornata è una cosa sottovalutata.

E poi oggi ecco che arriva il lunedì. Per me il giorno di festa per eccellenza, anche se questa pandemia ha confuso un po’ le acque. Settimana nuova? Regole nuove.

E no, non sono tornata a lavorare, ci vorrà ancora un mese, ma mentre sono lì che mi martorio il cervello per vedere di non chiedere prestiti in banca (sì, dai, Moon, puoi farcela, basta che fai economia…prima o poi arriverà la maledetta cassa integrazione in deroga!), che anche se la mia banca è a chilometro zero e mi piace tanto come il direttore e tutti i cassieri mi trattano, come una di famiglia, diciamocelo: una banca è sempre una banca e quindi sarebbe come pensare che i Vigili giurati li assumano per la loro intelligenza (qui lo so, forse offendo qualcuno e di sicuro sono di parte, visti i miei trascorsi con la categoria, ma il Censore non è arrivato), insomma, perché costringersi a patire più del dovuto?

Quello che mi ci voleva era solo fare una passeggiata.

Uff, che palle Moon, quante cazzo di parole per dire che ti sei fatta due passi!

Eh, lo so, ma faccio così sempre. Parto da un punto A per arrivare a un punto B e passo da lettere di un alfabeto perduto. Quando poi il punto B non è che sia poi così interessante…

Beh, però va detto che siccome il mio corpo era quasi immobile da due mesi non mi sono accontentata di fare un giretto. Mi sono percorsa tutto l’anello che gira intorno al mio paesello passando dallo sterrato e godendo della vista bellissima di questi posti a cui, devo dirlo di nuovo, non mi abituerò mai. Solo guardare mi ha fatto bene al cuore. Vorrei potervi prestare gli occhi per farvi vedere (no, le foto non rendono, fidatevi).

Da moto zero, quindi, a 8 chilometri in un’ora e mezza (salite e discese comprese nel prezzo). Tornata a casa avevo l’aria di chi è stato schiacciato da un elefante in corsa (e secondo me un elefante ha davvero camminato sul mio petto per farmi espellere tutta la nicotina pigramente accumulata), le braccia tremanti (l’ultimo chilometro è stato duro) e una gamba che ancora adesso mi dà dei problemi.

Sfinita.

Ma felice.

Mi sono convinta di aver solo bisogno di allenamento.

Magari è davvero così.

Ma stanotte vedrai che dormo.

p.s. la foto l’ho modificata per non far vedere il nome del mio paesello… lo so che ho fatto un troiaio (ma il mia coulisse di fragole per il cheesecake era buonissima: a ciascuno il suo!)

Passeggiare o non passeggiare? Questo è il dilemma

 

post 183

È domenica mattina. Di nuovo. Anche ieri era domenica. Pure l’altro ieri. E lo sarà anche domani.

Una serie infinita di domeniche d’inverno.

Ora, c’è che ama la domenica: si può dormire quanto vogliamo, si può poltrire sul divano a leggere o a guardare True detective (grande serie tv, consigliatami da anni e che solo ora sono riuscita a vedere), si può ascoltare la musica che ci pare (al Ristorante prendono poche radio e di recente Nostalgia sparisce all’improvviso, lasciando il posto a RDS e un gran buco nel mio cuore).

Io sono piuttosto pigra, non sono proprio un’iperattiva nel senso stretto del termine. Va detto però che adoro avere tanti impegni e, al termine della giornata, staccare la spina, spegnere la giornata e tentare di rilassarmi. Mi piace… forse in realtà ci sono solo abituata. Ecco, il mio corpo e la mia mente sono abituati a questa routine. A volte sono così ansiosa di terminare le mie incombenze per potermi rilassare che, ad esempio, vorrei poter sparecchiare e lavare i piatti (ok, metterli nella rexy, la mia schiavetta in cucina) prima di aver mangiato.

Ora che non ho queste urgenze (anzi, che non ho nessuna urgenza) il mio corpo e la mia mente sono disorientati. Il cervello lavora a pieno ritmo, come sempre, molto del tempo lo impiega a preoccuparsi di questa serrata nazionale, leggo notizie dal Corriere della sera (!), a cui ho anche fatto l’abbonamento on line (!!!), confronto idee, opinioni, cerco di capire se posso uscire a fare due passi e quanto devono essere lunghi, ‘sti due passi, io che vivo in mezzo al nulla e anche in giorni normali non incontrerei di sicuro nessuno in queste strade sterrate di campagna. Ma è anche vero che so che le forze dell’ordine in questo piccolo paesello si comportano come sceriffi (che è infatti il loro soprannome,gli sceriffi)e so anche che gli sto pure un po’ sulle balle (su questo dovrei scrivere due righe in più perché, ai miei occhi, non hanno motivo di avermi sulle scatole, avrò preso due multe in tutta la mia vita per eccesso di velocità, una per non aver esposto una volta il disco orario e nessuna di queste volte ho avuto a che fare con loro. Diciamo così, agli sceriffi sono arrivate voci sul mio conto, voci un po’ da paese, visto che io ero quella straniera qui, nessuno conosce i miei genitori o miei nonni, non sono nata e cresciuta in un posto, ma in tanti posti, non ho radici nel paesello e a volte se non hai radici e non sei come gli altri ne paghi il prezzo. E su questa storia non ho altro da dire, come Forrest Gump).

Quindi il mio dilemma della domenica mattina è: posso uscire oggi, visto che c’è il sole? Posso andare oltre ai cassonetti della spazzatura? Posso godermi questa mattina?

Nulla, io leggo e leggo e non arrivo a nessuna conclusione. C’è che ha avuto multe per essere uscito a correre, chi per un giro in bici e ieri ho ricevuto un audio inoltrato di un avvocato che spiegava come funziona se ti fermano e non hai la giustificazione: dichiara, l’avvocato, di non pagare l’ammenda, e di rivolgervi al vostro avvocato per l’oblazione. Poi vado su internet e scopro che è una bufala. E leggo i chiarimenti. E ci capisco ancora meno…

L’ignoranza non è ammessa, ai tempi del Coronavirus, e a quanto pare anche la gnoranza, perché che tu sappia o non sappia cambia poco, il risultato finale è: dipende.

Quindi la domanda di oggi è: corro il rischio, per buona pace del mio corpo che, se si stanca magari stanotte dorme un pochino, oppure faccio la ligia e vado solo al cassonetto a buttare la spazzatura?

Non ho ancora abbastanza caffè in circolo per decidere…