Ale non vive più qui.
Vive da un’altra parte, anzi, dall’altra parte del mondo. In mezzo ai boschi, più o meno, tra le fate e gli gnomi, credo, facendo un lavoro che secondo me ha a che fare con la Magia, quella vera.
Ci sentiamo quando possiamo, ci scriviamo quando possiamo, proprio stamani mi è arrivata una sua mezza mail (che io immagino abbia scritto fino a che uno gnomo non l’ha disturbata dicendole che a mezzanotte si sarebbe trasformata in zucca o una cosa simile) dove mi parlava di stanze. Vive, per il momento, con una tizia sudamericana, non sa nemmeno lei di dove, non è una donna di molte parole. Io immagino sia una specie di sciamano, ma sono solo ipotesi: cosa davvero faccia Ale lì è un mistero, e se lei vuole che resti tale io la rispetto. Insomma, la tizia-sciamano il primo giorno le ha detto: ci sono due stanze in questa casa. Ne puoi scegliere una a tuo piacimento. Nella prima c’è più spazio, nella seconda c’è invece un armadio più grande.
Lei ha risposto solo: o più spazio o più armadio: capito.
E questa frase me l’ha girata. E io l’ho girata al mio piccolo neurone, che la sta elaborando per benino.
Ha ragione: o più spazio, o più armadio. Non si può avere entrambi, bisogna scegliere.
Ho pensato un po’ a tutta la mia vita. C’è stato un tempo in cui avevo un armadio enorme e ben ordinato, ma lo spazio era davvero minimo, soffocante. No. Era una vera e propria Trappola Infernale. Ho passato anni a ignorare il fatto che non c’entravo, nella stanza, passavo giornate intere a guardare solo l’armadio e pensavo: mi basta questo, dopotutto mi basta… ma poi un giorno mi sono svegliata. Non so come ci sia riuscita, ho tante ipotesi e non vi tedierò elencandole. Conta il fatto che mi sono svegliata e che mi sono resa conto che no, armadio bello quanto vuoi, ma ho bisogno anche di spazio. Così ho fatto le valigie (a metà, ovviamente) e mi sono trasferita nella stanza con più spazio. All’inizio era tutto un saltare di qua e di là, la mia mezza valigia entrava perfettamente nell’armadio minuscolo. Chi se ne frega dell’armadio, pensavo: ora sono libera! Faccio la mia vita. Nessuno può più dirmi cosa fare, pensare, vedere…insomma, avete capito. Ma poi ho iniziato a comprare altri vestiti, si vede (sono una donna, dopotutto, amo i vestiti, anche se la maggior parte si riducono a jeans e t-shirt) e l’armadio ha iniziato a essere piccolo.
Ora. Una persona logica direbbe: compra un armadio più grande e hai risolto.
La fregatura è che con un armadio più grande ci sarebbe meno spazio.
Quindi: o più spazio, o più armadio. Non se ne esce.
Questa complicata metafora si riferisce alla mia (devastante) vita sentimentale. Il mio matrimonio è stato per molti versi soffocante e quando è finito mi sono trovata a gestire un sacco di spazio tutto mio (altro che Una stanza tutta per me, come diceva Virginia! Tutte le stanze ora erano mie!).
È stato bello, ma poi passa il tempo, Little boss cresce, tra poco sarà una piccola donna, farà la sua vita e le sue scelte, come è giusto che sia, eccetera. E io… forse, dico forse, sento il bisogno di avere una vita mia, una persona accanto e tutte quelle cose lì (ancora un po’ imprecisate). Allora mi dico che TDL magari ha fatto tanta presa per questo motivo. Perché volevo più armadio.
Perché non ci si accontenta mai di quello che si ha, in fin dei conti. O almeno, così succede a me. L’inquietudine pessoana regna sovrana.
E così mi dico che alla fine sono fortunata, dopotutto. Ho ancora più spazio.
Per l’armadio deciderò poi.