A mi madre gustan i no vax

I miei genitori hanno sempre avuto visioni completamente diverse su tutto.

Mia madre adora stare in casa, cucinare, cucire, pulire; mio padre adorava viaggiaare (ormai il suo unico vero viaggio è dal soggiorno alla camera da letto).

Mia madre non voleva avere debiti; mio padre li ha fatti anche per lei.

A mi madre gustan las mujeres; lo mismo mio padre, ma non direi che questo li accumuna…

Mia madre sempre votato a destra; mio padre a sinistra.

Ovvio che anche sul vaccinarsi o meno le loro idee divergono: mia madre è una no vax, mio padre ha venduto l’anima al diavolo per farsi fare la prima dose prima del tempo.

Ora, i no vax sono di molti tipi e ne ho conosciuti assai in questi mesi. Si sa che al bar è un po’ come su Facebook, ognuno crede che la sua idea vada espressa perché rilevante; solo che su Fb di solito trovi più accoliti, al bar le probabilità sono scarse perché i presenti sono pochi e quelli che ascoltano sono uno: il/la barista. 

C’è il no vax terrapiattista, quello che il 5G, quello che il vaccino ci cambia il dna.

C’è il no vax che ha paura del vaccino, perché qualcuno c’è morto e io tanto sto sempre in casa e dove lo prenderò mai.

C’è il no vax che lo fa per scelta ideologica: non lo faccio perché non credo in questo vaccino e poi mi devono mettere l’obbligo. Un po’ come il nostro UAP. 

O ora, proprio come a UAP, è arrivato l’obbligo vaccinale per gli over 50.

La mattina dopo questa ultima novità mando un messaggio a mia madre:

Buongiorno, ora ti tocca, eh!

Nessuna risposta.

Verso le undici rincaro la dose: ma nessun commento?! (notate la punteggiatura da fumetto, che di solito non uso mai se non in casi eccezionali)

Mi dovranno prendere con la forza!, risponde lei. Ci leggo il suo tono dasciopero Piaggio degli anni ’60, in totale contraddizione con le sue idee politiche, ma tant’è.

Guarda che mica ti mandano l’esercito a casa. Ti fanno una multa. 100 euro.

E lì ho toccato il primo tasto dolente. La sua tirchiaggine innata ha avuto un brivido. 

E voglio vedere chi mi trova!

L’Agenzia delle entrate, mamma. Fanno presto a fare controlli, che credi?

Finito questo round cala il silenzio stampa. 

Il giorno dopo ci riprovo, la chiamo.

Ancora insisti?, le dico.

Certo! La multa non la pago! 

E ora lo so che ci ho calcato un po’ la mano, ma ho detto:

poi ti fanno il fermo amministrativo della macchina (see, magari tra 10 anni, ma questo l’ho taciuto). E poi che fai? Non vai più alla posta? In banca? a farti i capelli?  

Ne vale la pena?, ho concluso dopo il suo silenzio. 

Sì!, ha ribadito lei. E ha attaccato. 

Passa un altro giorno. 

Mi chiama e mi dice: fammi un favore, và. Prenotami ‘sto cazzo di vaccino…

Oh, hai cambiato idea? 

E qui scopro chi le ha dato il colpo di grazia: mia sorella che doveva andare a cena da lei con tutta la famiglia, ma poi le ha detto di no perché circondata da positivi. 

E quella stronza ha detto che lo fa per me!, ha detto imbelvita. 

Non replico quasi mai da ormai diversi anni quando mia madre le spara grosse così. E neanche mi sognerei di difendere mia sorella, visti inostri ultimi trascorsi, ma stavolta…

Comunque nulla, si è calata le brache davanti all’idea di non poter più vedere le nipotine (di mia sorella, che di Little non mi chiede quasi più…)

È finita anche la sua era no vax. Venerdì la porto con me all’hub della Cittadina e, mentre io mi farò la terza dose, lei usufruirà dell’Open day. Un viaggio, due servizi. 

E se è vero che dovrò sentirla bubbolare ancora per molto, è anche vero che ora, per non venire da me al Ristorante, non ha più questa scusa. 

E ora un piccolo omaggio. per completare la mia citazione…

Un passo per volta

Come al solito, le cose che devo ancora fare superano le cose già fatte. È una maledizione, stile criceto che gira sulla ruota e gira e gira e non arriva mai. 

Certo, due traslochi in un anno non me li sarei mai aspettati, nemmeno da me, la Ragazza con la Valigia in mano. Eppure. 

Ok, ok, non devo traslocare di nuovo io, ok. devo traslocare mio padre, dichiarato ufficialmente in sofferenza ischemica e rispedito a casa con due raccomandazioni: smettere di fumare e stare a dieta. Seriously? Basta così? Nel senso, pure a me, che sto bene e non soffro di perdite di memoria casuali, non confondo le persone e non sono incontinente, il medico mi raccomanda le stesse cose: dieta, movimento, smetti di fumare. 

Sarà più dura del previsto se questo è il meglio che offre il SSN. 

Inoltre in questa causa sono sola. 

Oggi chiamo mia sorella (che ok che è ok, come direbbe Little, e ok che non ha un buon rapporto con mio padre, ma finora non si è mossa di un millimetro: io le visite mediche, io la casa nuova, io la casa vecchia, io tutto, in pratica) e le chiedo come fare per il trasloco.

Ah, boh, mi dice. 

Nel senso, io non posso alzare pesi, ho l’artrosi cervicale, al lavoro neanche i cestelli della lavastoviglie mi fanno alzare, non posso fare il lavoro sporco, dico. 

Silenzio. 

Nel senso, insisto, magari troviamo qualcuno che lo fa per una cifra onesta, un paio di uomini con il furgone, le cose non sono mica tante, non ci sono mobili… 

Ah, perfetto! Informati!, dice lei.

E attacca. 

Nel senso, penso io, nemmeno questo? Nemmeno una mano per il trasloco?

Mi verrebbe da ricordarle che ha gli stessi doveri che ho io, in quanto figlia pure lei, ma poi sto zitta e chiamo Pronto Pro. 

Intanto sono riuscita a fare l’impensabile: prendere due giorni di permesso a lavoro. Oggi e venerdi. E forse anche un altro giorno, chissà… il futuro appare roseo. Se non fosse che per prendermeli devo lavorare a tutta velocità nei giorni in cui ci sono.

Il Capo mi dice: ok, Moon, se mercoledi non ci sei allora oggi, martedì, devi fare: gelato, sacher monoporzione, sacher torta, mignon al cocco, che sono finiti, i biscotti decorati, che stanno finendo…

Ehi! Ma ho solo 3 ore!, dico allarmata (poi devo trasferirmi al Ristorante, per il mio turno da cameriera). 

Appunto! Inizia! , fa lei.

Il risultato è che martedì pomeriggio esco da lavoro con il collo in fiamme (tipo ora, dopo una mattinata a fare scatole) e la voglia di iniziare a farmi di eroina. Ma invece devo fare altro, tipo i contratti di luce e gas per mio padre, trovarmi con l’agente immobiliare per il contratto. E poi c’è Little. Dentista, lezione di canto, rivedere un testo per italiano… 

Il fatto è che sono stufa di essere sempre da sola per tutto. e, oltre a lamentarmi, non so che altro fare.  

Sono tornata in modalità Moon Brontolo. Pentolina, appunto. 

Eppure se c’è qualcosa che è vero è che Barcollo ma non mollo

Quindi, in modalità Barcollo, per ora, faccio l’unica cosa possibile: un passo per volta. 

Intanto continuo la mia impossibile dieta, che prevede un’assidua presenza di Moon in cucina. E tanta fantasia. Il farro con zucchine e zafferano? Che ne dite? Potrebbe andare, no? In cima alla classifica però c’è lui, il salmone (che due volte a settimana posso mangiare). Quindi la mia cena preferita resta la piadina di farro con crema tartufo e funghi, salmone e spinacini. La versione Moon del fast food. 

Alla fine aprirò un blog con sole ricette per poveri malati di artrosi che non possono prendere medicine (tipo Aulin o morfina) e sono costretti a curarsi con la sola dieta. 

Potrebbe essere un business. 

Non ridete.