Stavo pensando a tutti i natali della mia vita, stamani. Sarà perché ho dormito tantissimo (non riesco a scrivere quante ore senza vergognarmi), sarà che, effettivamente, si avvicina il Natale e quindi due più due… sarà che forse volevo stilare una classifica, così da rendermi conto dell’andamento della mia vita e di me stessa, pure, perché alla fine dopo i vent’anni tutti i giorni iniziano ad assomigliarsi e lo scorrere del tempo si misura in modo diverso, la conta passa dalla nostra età (avrò avuto dodici anni) all’età dei nostri figli (Little Boss avrà avuto due anni)e poi, chissà, a quella dei nostri nipoti. Ciò che si ricorda meglio sono le feste, compleanni, Natale, Capodanno, Pasqua un po’ meno, è una festa di secondo grado. Fatto sta che, sebbene abbia l’attenuante della mattina, e io la mattina fatico a carburare velocemente, sono un diesel, il fantasma del Natale passato mi restituisce solo pochi dei 41 natali trascorsi. Ne ricordo un paio da piccola: la prima volta che ho visto Babbo Natale a casa mia (che, indovinate? Era mio padre e io lo riconobbi subito), la seconda volta che ho visto Babbo Natale a casa mia (un vicino che arrivò con i regali utilizzando l’ascensore, una caduta di stile che, manco a dirlo, non mi ingannò) e poi il buio fino a pochi anni fa. Ricordo bene il Natale in cui decisi di non fare l’albero e Ale me ne portò in dono uno vero già addobbato. Ricordo il primo Natale di Little Boss, ma più che altro ricordo ciò che successe dopo il pranzo, quella sensazione di voler scappare via (ci sarei riuscita solo nove anni dopo).
Se penso al Capodanno va anche peggio.
Eppure, eppure… eppure io sono pure una a cui piace questa festa, sono una che si gode le stupide canzoni di Mariah Carey, che riascolta fino alla nausea Happy Xmas (war is over), che ama pensare ai regali da fare (se non fosse per i pochi spiccioli che ho in tasca e il tempo che mi rema contro ne farei molti di più), insomma non sono una che scaratta questo giorno (per il termine scarattare vedere il dialetto toscano).
Il fantasma del Natale presente, poi, mi suggerisce che mai come questo anno l’albero sia scarico di regali: il minimo indispensabile. Nemmeno l’anno in cui (priva di soldi) ho regalato a tutti quadretti fatti a punto croce è stata così magra. E sì, ho fatto l’albero, ho addobbato casa, il Ristorante, ma non lo sento affatto il Natale. Ecco, una frase che abbiamo ascoltato spesso: non sento il Natale. Siamo in pratica alla Viglia e se guardo fuori vedo solo Dicembre.
Ma non mi do per persa. Perfino Scroodge ha trasformato il suo Natale in extremis, Dickens docet, eh.
E sebbene io non sia certo una fatina dalle ali dorate, non sono nemmeno uno Scroodge.
Quindi stay tuned: Xmas is not over yet…