È con una guerra appena iniziata che tormenta i nostri animi dalle prime luci dell’alba che mi accingo a scrivere del mio terzo (e ultimo) giorno di ferie. Certo Putin poteva pure aspettare, evitando di farmi andare di traverso pure i ricordi. Certo che, se lo avessi scritto ieri come era in programma, tutto questo non lo avrei scritto e avrei dovuto inventarmi un altro prologo(altrettanto noioso) per iniziare questo articolo. Devo smettere di iniziare a scrivere inserendo prologhi inutili, perché non seguo il consiglio principe dei maestri della scrittura, In media res? Non lo so…scusate…
E dopo la follia prefatoria: GIORNO 3!
Visto il risultato della partita del giorno precedente (Perugia 7- Moon e l’A.S. 0), decidiamo di dedicarci a qualcosa di diverso, meno chiesistico, e facciamo un salto veloce nelle Marche. Oplà! Ed eccoci alle grotte di Frasassi.
Visto che io bevo la sua acqua, mi sembrava doveroso andare a vedere il posto, in questo modo bevo consapevolmente.
Alle dieci e mezzo siamo già sul posto, c’è poca gente e ci mettiamo in fila per il biglietto. Sta partendo la prima navetta dal parcheggio e la tizia davanti a noi non trova il green pass, poi non ha la mascherina, insomma, una lagna, ma tanto noi non abbiamo fretta, guardiamo la scena divertiti. Il tizio davanti a noi invece scalpita, si vede, a un certo punto lo raggiunge una ragazza. Lui la guarda e fa, parecchio risentito: ‘A stronza! T’avevo detto di mandarmelo, il Green Pass! Io e l’A.S. ci guardiamo allibiti. La tizia lenta finalmente si toglie di torno, tocca al Nervosetto. Sì, dice la bigliettaia, però la navetta parte ora, dovete prendere quella delle 11. Lui la manda a quel paese. Lei risponde incazzata che Non dovrete mica dirceli voi, gli orari! Lui si allontana borbottando, lei dice: ma guarda ‘sto stronzo.
Tocca a noi.
Noi vogliamo la corsa delle 11, dice l’A.S. con un bel sorriso.
Sfiorata la rissa, per tutto il giorno avrò l’A.S. che riderà di gusto dicendo: A stronza! T’avevo detto di mandarmelo, il Green Pass! E mi chiedo… se fa così in pubblico, cosa farà a casa?
Comunque ok, prendiamo la navetta e andiamo. Il corridoio per arrivare alle grotte è lungo e il cartello che dice Pavimento scivoloso ha ragione. Non andateci con un paio di scarpette della New balance come le mie: rischiate di rompervi l’osso del collo.
Dentro è… wow. No, ma dico. Wow! Enorme, la basilica di San Francesco gli fa un baffo. Solo la prima sala potrebbe, ci dice la guida, contenere tutto il duomo di Milano. Le stalagmiti sono giganti (infatti così li chiamano) e la più grande è alta come un palazzo a sette piani. Non vi tedierò ripetendo quello che ci ha detto la guida (ma se potete cercate la storia della scoperta delle grotte, negli anni ’70, fatta da un gruppetto di giovanissimi ragazzi). Vi metto due foto…


Siccome le foto le faccio sempre io ( e si vede), non ci sono mai. Mia madre mi manda un messaggio risentito. Così mi convinco a farmi fare questa.

Usciti dalle grotte siamo estasiati. Decidiamo di tornare al parcheggio a piedi, senza navetta, tanto è solo un chilometro e mezzo e ormai siamo allenati (più o meno). Ma la fame ci colpisce a metà strada (e ti pareva!) così ci fermiamo in un ristorantino che prenderà la medaglia del Posto Migliore Dove Abbiamo Mangiato In Ferie. Un pasto marchigiano eccellente.
Tornando verso l’albergo ci fermiamo a Gubbio, la città grigia. Che poi mica l’ho capito perché la chiamano così. C’è pure una funivia che conduce alla Basilica di sant’Ubaldo.
Ci andiamo, ci andiamo?, dice l’A.S. come un bambino.
Col ca…, rispondo ferma. Ho avuto paura sulla Minimetro di Perugia, figurati una funivia!
Ci guardiamo la piazza grande, la fontana dei matti (ti puoi pure comprare un attestato fittizio di Matto ad honrem, io decido che fra tutti e due non abbiamo bisogno di dimostrare alcunché), scendiamo fino alla chiesa di San Francesco. Anche Gubbio ci prova fisicamente, siamo allo stremo.


Certo che a noi conviene andare a lavorare invece che fare le ferie, ci riposiamo di più, dice l’A.S. la sera in albergo.
Beh, non ha torto. siccome ho sempre poco tempo (leggi SOLDI) per fare le ferie, allora le imposto in stile maratona. E meno male che tanti pranzi e cene li ha pagati l’A.S., sennò sarebbe stata una Maratona del Pidocchioso Affamato…
Vorrei potervi raccontare dell’ultimo mistero irrisolto delle mie ferie, che comprende un uomo misterioso di mezza età, una giovane donna e tante sigarette, ma ve la risparmio, sono magnanima.
Vi posso dire però che dopo una media di 15.000 passi il giorno, il giorno del rientro ho dato un’occhiata al mio telefono: solo 641 passi.
Però ho scritto un sacco, quel giorno!