Il campanello d’allarme è suonato oggi: sono stanca. Molto stanca. Troppo stanca. Ci saranno persone che mi diranno che essere stanche dopo turni di 10 ore di lavoro quattro giorni su sei, andare a prendere Little Boss a musica, portala alle lezioni di yoga, stare(seppur poco) dietro alla casa, alla macchina, scrivere, vedere gli amici eccetera forse alla fine porta a un po’ di stanchezza. Mio padre mi ha sempre detto, sin da ragazzina, che pretendo troppo dal mio corpo. Ma il mio corpo ci è abituato. Quello che voglio dire è che ci sono cose che ho sempre fatto e ora, invece, sono stanca da due settimane sole. E non può certo essere che la stanchezza corrisponda al compimento dei 40… sarebbe la cosa più assurda del mondo.
Quindi mi devo trovare un’altra spiegazione.
All’Amico Atipico ho detto che forse ho tirato troppo la corda.
Il mio capo mi ha detto che se campo a sigarette e caffè non posso aspettarmi altro.
Mia madre dà colpa a quel famoso esame che non va.
Fatto sta che non riesco a fare molto di più che lavorare (e a fatica), gestire la piccola, tornare a casa, cercare di scrivere due cazzate, e dormire. Stasera avrei voluto essere a Pistoia (L’anno che verrà), o in alternativa a un evento teatrale a casa di un amico, o in alternativa pure al piccolo concerto rock che ha organizzato la Proloco proprio sotto casa mia(talmente proprio sotto che gli sto anche dando la luce per le casse). Ma sono appena le quattro e mezzo del pomeriggio e io sono distrutta. Ho fatto la doccia, e nemmeno alla cena riesco a pensare: vorrei andare a letto subito. E so già che anche domani sera sarò knock out. E quindi salterò anche la presentazione del libro di un altro mio amico.
Vabbè, dice il moon neurone solitario: è un periodo. Il problema è che non so proprio dove tagliare le energie per poterle recuperare. O come farmene venire di nuove.
Quindi navigo a vista, come sempre, facendomi girare le balle per le cose che non posso fare e incolpandomi di essere una mammoletta.
Per le prossime ferie devo aspettare Febbraio. E devo ancora decidere dove andare. Ho in progetto Torino, a casa di amici di mio padre. Milano, a casa di mia zia. Ma i progetti per partire sono sempre inversamente proporzionali ai soldi che avrò.
Ma sognare è concesso, no?
Quindi sogno di poter fare entrambe le cose, e poi di prendermi altri tre giorni per vedere un posto che non ho mai visto qui in Italia, e poi portare Little Boss al famosissimo museo della scrittura e magari farci un salto di nuovo a un parco giochi, e perderci un giorno intero in una libreria, che io e lei, se entriamo in libreria, ci sta che ne usciamo pure con il proprietario, e poi portala a mangiare il tartufo, che le piace tanto, e poi sogno un week end da sola, magari alle terme, che adoro, basta che non mi facciano i massaggi, che quelli li voglio solo da mani che conosco, e poi sogno un giorno intero in un bosco, solo io e io, di nuovo, ascoltare i suoni della natura, perdermi (non letteralmente, ovvio), sedermi sotto a un albero per risposare, ascoltare il mio cuore in silenzio, lontana da tutto e tutti.
Sì, sognare non costa nulla…