
Stasera Little mi fa: a che ora si cena?
Non so, volevo scrivere un po’, ti scoccia se ceniamo più tardi?
Mette una manina (gelida) sulla mia.
Ceniamo quando ti pare, l’importante è che tu riesca a ritagliarti un po’ di tempo per te stessa.
Di nuovo, stavo per mettermi a piangere.
Mi sono resa conto, altresì, che dopo un periodo, anni fa, in cui non potevo più guardare la tv perché piangevo per qualsiasi cosa, dal tg a un film comico, sono passata a un periodo in cui non potevo più guardare film da sola perché li trovavo senza senso. E quando li guardavo con l’Amico Speciale spesso lui si commoveva (davanti a film commoventi) e io no. Dopo questo periodo la Coronaquarantena ha di nuovo dato una svolta: ho ricominciato a guardare film in solitaria con mucho gusto. Dopotutto c’era ben poco da fare in quei giorni.
Poi sono tornata normale: ora guardo film in solitaria con mucho gusto e, se il film è commovente, piango. Questo non può che significare che il mio comparto emotivo ha ricominciato a lavorare in maniera efficiente. Sono cose che danno soddisfazione, che diamine!
Anche la mia efficienza è tornata ad essere il top di gamma come un tempo. Anche se ora so che devo tenerla a bada per evitare eventuali crolli che potrebbero compromettere il comparto emotivo di cui sopra.
Di recente ho visto insieme all’A.S. una serie su Netlix, La mente in poche parole. O meglio, Mind, explained. In inglese non fa più figo, ma io vorrei sapere perché devono travisare ogni titolo in traduzione, dal celebre caso di Se mi lasci ti cancello ( Eternal sunshine of the spotless mind) al film che ho visto l’altra sera, The invention of lying, tradotto in Il primo dei bugiardi. Comunque, polemiche di traduzione a parte, il terzo, se non erro, episodio parlava di personalità e test della personalità.
In pratica, riassumi riassumi, hanno costruito un modello che si chiama Big Five: ogni essere umano ha in sé questi cinque tratti che possono essere presenti in maggiore o minore percentuale e che ci caratterizzano. I Big Five sono:
- Coscienziosità
- Amabilità
- Nevroticismo
- Apertura mentale
- Estroversione
Ora, se volete sapere in dettaglio ogni tratto e come funziona (in teoria, ovvio) dovete guardarvi la serie. Non perché Netflix mi paghi, ma perché non sono capace di spiegarvelo come loro.
Io sono rimasta colpita dal punto 1. Perché quando mi guardo allo specchio, da anni, non vedo altro che coscienziosità alla massima percentuale. Certo, pure una certa dose di nevroticismo mi caratterizza. Oggi come oggi, 30 novembre, entrambe emergono con prepotenza. Alla bravura con la quale mi prendo cura di mio padre e cerco di risolvere i suoi casini causati durante gli anni (alcuni sono impossibili da risolvere e ne sto prendendo atto), si affianca l’incapacità di affrontare la situazione con la giusta stabilità. Il che mi porta a non dormire, a essere distratta sul lavoro, a sbagliare a fare conti semplici, a dimenticarmi le cose, a dimenticarmi le parole. Questa mia instabilità mi ricorda con mio grande terrore ciò che affligge mio padre (l’altro giorno per fare 320 più 200 aveva aperto la calcolatrice). E la domanda nasce spontanea: Moon, è lo stress? O quello che ha mio padre è una specie di virus? Che il Corona ci fa un piffero, va detto.
In ogni caso con lui oggi sono stata chiara, visto che sto con tutta me stessa trovando la via veloce (che lo so, non esiste) per fargli avere l’invalidità.
Babbo, quando ci sarà la visita in commissione per la tua invalidità cerca di non vederlo come un esame da superare, ma come uno da fallire: chiaro?
Che è vero che non sa fare più 320 più 200, ma le versioni di latino di Little le traduce ancora perfettamente e velocemente senza vocabolario.
Non voglio sorprese…