Qualche tempo fa, su Facebook, mi lanciarono una sfida: citare per cinque giorni almeno tre cose positive accadute nell’arco della giornata. Certo, social bla bla. Ma no, giuro che sfida mai arrivò nel momento più sbagliato. Era un periodo decisamente Dark Side of the Moon, non c’era nulla di positivo che riuscissi a vedere, la mattina alzarsi era una fatica, insomma, avete capito. Credo che ognuno di noi prima o poi per i motivi più diversi ci sia passato. La prima reazione fu: ma no, che cazzo scrivi per cinque giorni? Verrà fuori una roba molto triste e deprimente, tipo: 1)Piove, oggi, ma almeno non piove a vento. E via dicendo. E in effetti il risultato fu più o meno quello. Roba triste e deprimente, a rileggerla. Ma quello che invece trovo determinante è che in quei cinque giorni mi impegnai davvero a guardarmi intorno per registrare qualcosa di positivo. Fu come cambiare occhiali. E anche se subito dopo tornai a indossare quelli vecchi, sapevo di poterlo/saperlo fare. Cambiare Punto di Vista, PDV.
Tutto ciò che accade può essere ribaltabile. Tutto può essere visto, interpretato, vissuto in tanti modi. È una delle cose che amo ripetere da anni: la vita si vive in tanti modi, generico quanto basta a farne un motto, un motto che ho assimilato lentamente e che a volte dimentico, certo, ma sento che mi è entrato finalmente un po’ sottopelle, piano piano ce la faccio a farmi occhiali nuovi, a dispetto del prezzo alto che bisogna pagare. E ci sono tante cose che mi aiutano, è vero.
Siccome parlavo ora ora a un amico del divertimento, credo che ci infilerò proprio questo, il divertimento: divertirsi aiuta, ridere aiuta, liberarsi dagli schemi aiuta. Credo che ognuno sappia cosa lo fa divertire, solo che a volte bisogna prenderci confidenza, non è immediato, bisogna abituarsi di nuovo a divertirsi, perché, banalmente, da bambini ci divertivamo tutti, sapevamo cosa fare per ridere, sapevamo quale era il nostro gioco preferito e lo facevamo appena possibile. Punto. I bambini sanno divertirsi. Forse sono avvantaggiata perché ho una figlia e tante cose l’ho imparate di nuovo io da lei, o forse gliele ho insegnate, non si capiscono mai i confini, i limiti, in questa relazione che ho con lei, a volte penso che sia lei a dare più a me di quanto io possa dare a lei, ma è come se a volte ci sorreggessimo, se facessimo squadra, ma senza pretenderci, solo donandoci. Con lei è tutto così maledettamente facile… (sì, sì, vi sento: aspetta la veraadolescenza e poi ne riparliamo. Però ora è così, quindi mi posso permettere di scriverlo, ok?).
Ed ecco che arrivo a provare a dare un senso a quello che ho scritto.
Se mi chiedessero oggi di dire tre cose positive, credo che non riuscirei a fermarmi a tre. E se penso a ieri: lo stesso. E se penso al 24: idem. Forse è solo un momento fortunato, io che di fortuna ne ho sempre poca, forse mi hanno drogata mentre dormivo, forse sto solo impazzendo e questa è un raro disturbo della personalità che ancora devono studiare (e magari tra qualche annoi ci scriverò un racconto).
Forse sto davvero cambiando PDV.
Forse sto imparando a vivere.
(L’importante è che non sia che mi sto innamorando di nuovo. Ecco: questo sarebbe un vero disastro…)