Quintalogo per il nervosismo (di Moon)

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Come farsi passare il nervosismo:

1)Torna a casa, prima di tutto.

Se insisti a restare a lavoro chiacchierando su cosa non va nella tua vita non risolvi nella. Lo sfogo (lo hai capito trilionidi anni fa) non ti fa stare meglio. Anzi, mette il focus su quello che non va, quindi ti fa stare peggio. Anzi, more, dovresti divulgare questo tuo Punto Di Vista (PDV), potrebbe fare comodo a qualche spostato come te.

2)Fai una doccia.

L’acqua è il tuo elemento, lo sai, non è che ci fai l’amore con l’acqua, ma riesce sempre a calmarti. Sarà il calore, e tu di calore ne hai bisogno sempre, forse è proprio un fatto biologico, ti hanno sempre detto che sei calda, hai una temperatura alta, quindi senti spesso il freddo. E il caldo ti fa stare bene. E poi c’è quella sensazione di lavarti di dosso la giornata, le incomprensioni, i brutti momenti, dove sei quasi caduta, ma no, non l’hai fatto del tutto. Questa te l’ha regalata tua nonna, che credeva si potesse lavare tutto, anche la colpa, a suon di candeggina.

3)Metti la crema profumata.

Cose da donne, diranno alcuni. Una cosa che mi fa stare bene, annusare qualcosa che conosco, è come essere a casa, ho bisogno dell’olfatto per sentirmi a casa. Potrei spalmarmi di caffè, perché non c’è nulla come il profumo della moka che mi fa più casa. Ma ok anche l’Iris. Basta che non sia il Muschio bianco. E su questo ho già scritto (ma non qui).

4)Togli le tazze della colazione dal lavello.

Anche perché si tratta di migrarle di venti centimetri, dal lavello alla Schiava. Non è proprio una gran fatica.

Nulla mi urta di più della mianegligenza. Non fare le cose che so che dovrei fare mi mette un sacco di meno (-)all’Ego. In modo del tutto fantascientifico non mi curo quasi mai della negligenza degli altri. Altrimenti avrei già decapitato Little Boss…

5)Scrivi il secondo capitolo.

Nulla, in assoluto, mi fa bene come scrivere. Meglio di mangiare, di bere, del sesso (eh, sì). Scrivere mi rende la tizia che allo specchio si riconosce. Quindi aver scritto il capitolo 2 di una storia che ho in testa e funziona mi sento vincente. Sono un po’ come Michael J. Foxin Voglia di vincere. La scena con il padre dove dice: Io ho una gran voglia di vincere. Io pure. Ho voglia di vincere da quando ho memoria. Solo che con il tempo la voglia di vincere si è ridimensionata, va detto.

 

E quindi ecco qui che il nervosismo sta scomparendo. Mi sono rilassata. E oggi al corso i miei ragazzisono riusciti a inventare un pre dinner degno del nome, e con entusiasmo, e ciò significa che hanno recepito le lezioni. Credo glielo farò mettere nel menù, dobbiamo trovare un nome adatto.

Lancio un mini sondaggio.

Qualcuno ha voglia di rispondere? Il cocktail è composto da un Gordon’s premium pink gin (aroma frutti rossi), Martini Dry e succo di mirtillo. Sì, lo so, è una rivisitazione del Cocktail Martini. Insomma, se l’ha fatto Hemingway, però, possiamo farlo pure noi, eh. È leggermente abboccato, ma prevalentemente secco. Limpido, perché il succo di mirtillo si deposita sul fondo.

Lo so, lo so, è roba da esperti di bevute. E se avevo fatto una foto era meglio.

Ma si fa per giocare, no?

Sunshine blogger award 2018

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Rispondo alle domande di Romolo perché… ah, no: questo lo devo dire alla fine. Quindi inizio e festa.

  1. Il libro che porteresti in un’isola deserta

Scelta molto difficile. Un solo libro sarebbe devastante per me. Istintivamente mi verrebbe Robinson Crusoe, per una sorta di affinità di condizione, ma l’ho trovato palloso la prima volta, figuriamoci rileggerlo a oltranza…

Quindi scelto un autore che amo e un libro che non ho (ancora letto) e che, vista la mole, mi darà filo da torcere per molto tempo. Cosa che avrò di sicuro su un’isola deserta, giusto? 

Infinite jest, di David F. Wallace. 

2.La canzone che porteresti in un’isola deserta

Più facile della domanda uno. Visto che immagino l’isola in questione come quella di Lost (serie che sto finendo con Little Boss), avrò di sicuro una bella spiaggia immacolata e una giungla oscura alle mie spalle, piena di pericoli e orsi polari. Ci vuole musica allegra, capace di farmi sentire positiva qualsiasi cosa accada. E che mi faccia leggere Infinite Jest senza disperarmi. Quindi ne scelgo una che mi fa stare bene ultimamente. 

Santeria, dei Sublime

3.Se non avessi un blog dove scriveresti?

Ovunque, ovvio. Come ho fatto prima del blog. Quaderni, carta igienica, tovagliette del bar, muri… 

4.Come ti vedi tra 10 anni

Mi vedo esattamente come ora, solo con una vera crema antirughe in bagno. 

5.Saresti soddisfatto del tuo blog se

Io sono super soddisfatta del mio blog. È esattamente quello di cui ho bisogno in questo momento, e lo faccio esattamente come voglio farlo, preciso preciso. Quindi tolgo i se in questione e correggo il condizionale. stop.

6.Perché hai aperto il blog

Su questo ci ho scritto un articolo all’inizio. Qui riassumo: per uccidere il Censore. Il bastardo con le cesoie. E ci sto riuscendo, me ne accorgo con il racconto che sto scrivendo sul Narcisista covert. 

7.Il tuo ricordo più bello

Già sorrido solo a ricordarlo.

Dunque, quando sono rimasta incinta, alla prima ecografia, il ginecologo ha stabilito che era un bel maschietto. Ma il maschietto era pigro, se ne stava seduto nella mia pancia, invece di girarsi sottosopra: forse a quel mezzo fagotto sembrava una posizione innaturale, forse pensava alla forza di gravità, al fatto che una volta uscito sarebbe stato tutto al contrario, testa in alto e piedi in basso, così ha deciso di metterci subito, in quella posizione, così da semplificarsi la vita una volta uscito. E complicando però un po’ il parto… quindi nulla, il bel maschietto se ne è rimasto seduto fino al parto. E tutte le ecografie che ho fatto in quei mesi ci servivano più che altro per vedere se si sarebbe girato, prima o poi. Verso il settimo mese chiedo ancora del sesso. Non so perché, ma io ho invece una sensazione diversa, fatta dei miei famosi Segni. Il ginecologo punta il dito sullo schermo, sono palline queste, le vedi? È un maschio. Io faccio sì con la testa, ma non ho mai visto nulla. E quindi arriva il giorno del parto, la sera prima mi ricoverano per il cesareo , sono tutta circondata da tutine blu, a casa la cameretta è celeste che più celeste non si può, e l’infermiera scherzando mi dice: ti rendi conto se invece è una femmina? Non ho avuto modo di capire perché lo avesse detto. Segni, mi dico. E il giorno dopo, alle 8.15 (più o meno) la stessa infermiera mi dice: è una bambina! È stata la prima volta che ho pianto di gioia. Lacrime vere, una cosa che non mi è successa più. Un’emozione che vorrei regalare a Natale a chi amo di più. 

8.Il tuo più grande rammarico

Così su due piedi non mi viene in mente nulla: non sono una donna dai grandi rammarichi. Tutto quello che ho fatto l’ho fatto perché non avevo scelta migliore. E credo davvero nel detto: se mio nonno avesse avuto le ruote sarebbe stato un carretto (ok, qui si dice: Se il mi’ nonno avea la rote era un carretto, ma è sgrammaticato).

9.Ti regalano 10 mila euro, ma devi spenderle entro 24 ore

Compro regali utili a tutti quelli che amo. 

10.Con una bacchetta magica ti danno la possibilità di cambiare un evento della storia

Credo che farei finire in modo migliore la Rivoluzione Francese. Dimostrando che l’uomo può cambiare le cose anche senza sangue. Sarebbe stata un esempio per il futuro. Oh, ma beh…. Siamo nel campo delle utopie, certo. Ma a me le utopie piacciono.

11.Ora mi spieghi cosa ti ha spinto a rispondere a queste domande

Ed eccoci in fondo. Perché mi piace giocare. Soprattutto se posso farlo scrivendo. 

E qui io non so cosa devo fare. 

Quindi farò la gnorri e non farò nulla. 

Grazie per avermi fatto giocare Romolo 🙂 mi sono divertita.