Camminare

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Quando subisci un trauma la prima cosa è il dolore. Forte, lancinante, credi di non riuscire a sopravvivere. Poi però il dolore si attenua, ti lascia respirare e inizia la convalescenza, quella fase in cui ti devi coccolare un po’, dirti cose come Riposati. Ma poi ricomincia la vita reale e anche chi ti ha aiutato a superare la fase acuta del dolore ha il permesso di lasciare che cammini con le tue gambe. A questo punto puoi fare due cose: dirti che no, non sei guarito, che il dolore ti impedisce ancora di vivere, oppure farti forza, risollevarti e, nel mentre sopporti, vivere.

Sono scelte. Perché il dolore è sempre lo stesso. Diversi sono i modi di percepirlo.

La mia fase cianurotica è finita prima di quanto immaginassi. Alla fine è bastata una spicciolata di giorni. Certo, cinica lo sono ancora, anche se non amo questo lato di me, ma il cianuro…beh, mi è evaporato nelle vene. Forse perché non sono fatta per i grandi rancori (anche perché li subisco tuttora, forse), forse perché nel caso specifico il rancore era solo un modo per salvarmi dalle mie responsabilità, quindi non davvero giustificato. Forse perché alla fine sto imparando tante cose. E tante cose le ho imparate grazie a tutto quello che è successo nell’ultimo anno.

Questo blog è importante per tante cose. Molte le ho già elencate e ripetute tediando il malcapitato lettore occasionale, altre erano più personali, altre, appunto, le sto capendo solo adesso.

È come un nodo al fazzoletto, qualcosa che non devo dimenticare, mi serve rileggermi, rimettermi nei miei panni, uso con me stessa i neuroni specchio. E questo mi fa vedere come cammino (una cosa che da soli non notiamo quasi mai, a dire il vero), come cambio, anche, cosa capisco e cosa no.

Poi, certo, ci sono le persone. Tutto quello che danno le persone a volte tendiamo a sottovalutarlo, a darlo per scontato. Ma nulla è scontato. Basta mettersi in questo piccolo ordine di idee e tutto cambia. Tutto assume un significato diverso. La tendenza (la mia, la vostra non lo so) è sempre quella di vedere il male delle cose che accadono. Certo, quando c’è un dolore gli occhiali cambiano, ma non siamo giustificati a essere persone orribili solo perché soffriamo. Io lo sono stata in tante occasioni. Me ne pento, ma non è quello che serve, il pentimento. A volte basta solo esserne consapevoli per cambiare tutto. Forse è questa consapevolezza che cambia le cose. Perché non possiamo agire sugli altri, ma solo su di noi, e questa piccola verità che mi è stata proposta più volte a volte è risolutiva.

Ma certo, il naso fa male, mica si può guarire in due giorni, solo che non voglio prolungare la mia convalescenza.

Voglio scegliere di risollevarmi e, sopportando, vivere.

Perché vivereè una scelta. E si può essere morti anche da vivi.

Mi sono perdonata.

E quindi il mondo è di nuovo accettabile.

Non mi aspetto di essere di nuovo felice (perché lo sono stata). Ma intanto lo spero e questo è un gran bel passo avanti.

22 pensieri riguardo “Camminare

  1. Mi ha molto colpita la tua frase non pretendo di essere ancora felice…. io non credo di essere mai stata felice… cos’è la felicità? Momenti bellissimi che poi vengono interrotti da qualcosa di brutto?
    Momenti di gioia? Si riesce ad essere felici?
    Io non lo so….

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      1. No .. i miei momenti felici sono stati talmente pochi da essere sempre sovrastati dal peso delle brutture che ho vissuto. Non è tutto successo per caso.. tantissime cose son accadute per colpa mia lo so… ma vorrei tanto essere felice…

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