Siamo al 13 Marzo e il mio calendario da tavolo dice che sto lavorando, che è piovoso e che sono amata. È stata Little Boss ad apportare le modifiche rendendomi la madre più felice del mondo, ovviamente.
Nonostante l’inizio settimana di genocidio di capisaldi, sentirmi amata, come sempre, fa la sua differenza. E oggi mi sento così, bella sensazione, cavolo, mi fa venire voglia di rintanarmi di nuovo sulla nuvoletta… ma no! La realtà dice: I want you(e mi punta pure il dito contro, la sfacciata).
In ogni caso il mio stato d’animo di loved mi consente di scrivere su un punto che mi ronza in testa già da un po’, cioè sulla solitudine.
Inizio dicendo che ho sempre considerato la solitudine un sentimento piuttosto che una condizione, credo forse di averlo già detto (scritto) da qualche parte. Eppure lunedì mattina (non una delle mie mattine migliori, devo ammetterlo) ha iniziato a insinuarsi prepotente un altro pensiero. Tutto è scaturito dalla banalità di andare a fare la spesa lasciando a casa Little Boss da sola. Mica era la prima volta, certo, e mica la lasciavo per ore, ovvio, e mica che lei ne era scontenta, tutt’altro, adora stare da sola. Ed è stato questo l’incipit del mio pensiero. Lei adora stare sola come lo adoravo anche io e credo tutti i figli con genitori sempre presenti in casa o mogli con mariti troppo invadenti (qui ho fatto un riferimento? Mah…). Insomma lei vuole stare sola perché non lo è mai. La sua non-solitudine, quindi, è una condizione, non necessariamente un sentimento. E pure la sua solitudine di lunedì mattina lo era: sempre una condizione.
E poi stanotte alle 1.00 mi sono svegliata, capita rarissimamente che io soffra di insonnia, di solito appena tocco il letto svengo, e riesco a dormire tranquilla fino alla mia ora. Ma stanotte la mia pausa è durata a lungo e mi sono girata e rigirata, mi sono alzata a bere, poi a fumare, poi ho provato a leggere. Nulla. E ovvio, il pensiero è tornato alla solitudine. A quanto in quel momento, che Little Boss non c’era, fossi sola. Ed era una dannata condizione, non un sentimento. Perché in realtà non mi sono sentitasola. Lo ero.
Questo mi ha portato a pensare a un’altra cosa, cioè che la lingua italiana difetta di un termine appropriato, uno che distingua la solitudine-sentimento dalla solitudine-condizione. E siccome secondo me solitudine, come dicevo all’inizio, è un sentimento, manca la parola per denotarne la condizione.
Quindi ecco la proposta: la Crusca dovrebbe sapere che manca un termine appropriato e inserirla tra le segnalate accanto a pisellabile, docciarsi, puccioso e, ultimo ma non per importanza, petaloso. Ok. C’è anche l’assurdo ti amoro…
Ecco le mie proposte: solità e solezza. Dal canto mio preferisco solezza perché mi ricorda il sollazzo, qualcosa che è piacevole e confortante. Ma accetto suggerimenti, chiaro…
Vorrei far notare che mi rendo conto che chiunque abbia letto fin qui paga lo scotto di due sole ore di insonnia della sottoscritta. Paga lo scotto anche dei tempi di cottura del riso, che mi sto per mangiare. Qualcosa mentre aspettavo dovevo pur farla…
E infine sì, non avevo voglia di decapitare anche il caposaldo sulla solitudine. Devo tenermi pur qualcosa, sennò rischio di fare troppo spazio, qui Dentro.
Vada per solezza, che è anche più facile da ricordare 👍🏻
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Sarò la nuova regina della Crusca ❤️ che detta così mi fa uno strano effetto intestinale…
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Ihihihih 😁 ma sì, ogni tanto te lo puoi concedere ❤️😘
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Solitudinezza? 😂😂😂 mi è piaciuto molto questo post. Ci sono tanti tipi di solitudine in effetti, ognuno ha il suo, piuttosto personalizzato credo.
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Solitudinezza mi piace! 😀 Anche se fa rima con monnezza e i romani mi sa che non gradirebbero…
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Si addice a quel tipo di solitudine di chi è stata appena mollata e dice a tutti: “io sto benissimo da sola!” mentre in effetti si taglierebbe le vene 😂😂😂
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Esatto! Appropriato! Mancano un sacco di parole nella lingua italiana. Cavolo…
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Credo che, più che altro, manchino le giuste definizioni per alcuni sentimenti
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Quelle mancano sempre Giuliana… La lingua è un mezzo imperfetto
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… si, bisogna accompagnarle con gli sguardi
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Se non ti offendi troppo, solità e solezza, da italianista, fanno schifo. Più o meno quanto avvocata ministra sindaca ingegnera. Come quando il gesso stride sulla lavagna, uguale. E oltretutto non esprimono niente, non trasmettono niente, non fanno arrivare niente. Per indicare la differenza sono sufficienti i verbi: sono sola – perché la mamma è andata dal parrucchiere (quindi vieni pure, che prima di due ore non torna, haha!); mi sento sola – talmente sola che mi prende lo sconforto e non riesco a smettere di piangere. Fidati: la nostra lingua ha già tutto quello che serve, basta solo prenderlo e usarlo.
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ahaha, mi piace accorgermi che stavo scrivendo la stessa cosa 😀
(la separo, perché era per moon)
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la solitudine è una condizione.
molti dicono “soffro la solitudine”: devono dirlo, non è insito nel termine. IL termine indica solo la condizione.
Come “solo”.
Ma puoi dire “mi sento” o “sono”
Ed ecco che il sentimento-sensazione si palesano con il termine più chiaro di tutti “sentirsi” 🙂
no?
Visto che faccio il fotografo e su questo termine molti che se la tirano filosofeggiano… io ricordo che abbiamo un bel dizionario e che senza che mi metta a sofgliarlo per la definizione perfetta, il fotografo è quello che fotografa. FINE.
Poi ci sono gli aggettivi 🙂
– professionista
– bravo
– scarso
– dilettante
– famoso
– straordinario
– incapace
A volte ci sono parole che riassumono tutto ma… fa schifo che alcune dicano solo il concetto generale e poi siano utilmente colorate con altre?
A me non dispiace.
Spero che tu non ti senta sola. E che tu sia sola, quando vuoi esserlo. E così per la boss.
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Sì, abbiamo proprio detto la stessa cosa!
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E va beh… avete infranto i miei sogni di diventare famosa come ‘Moon: quella che ha inventato il termine Solezza… ‘ un tizio che conosco ha coniato Seducenza… solezza suona meglio, no?
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Ma seducenza è bellissimo! E inoltre ha una sua logica grammaticale: pendente pendenza, potente potenza, precedente precedenza, sofferente sofferenza, seducente seducenza. E non si sovrappone a seduzione che è una strategia messa in atto, mentre la seducenza è la caratteristica intrinseca della persona. Una volta uno commentando una bellissima foto che avevo postato ha scritto: “Però è inquietante” e io ho risposto che è proprio l’inquietanza a essere la sua bellezza. E anche inquietanza è bellissimo, non perché l’ho creato io, ma perché è eufonico. Come seducenza: non ci senti il fruscio della seta?
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Mah, se lo dici tu…
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In ogni caso, sogni di successo infranti a parte, non decapito il caposaldo sulla solitudine sia chiaro! Non posso diventare razionale e logica tutto in una botta. Poi Basaglia si offenderebbe…
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😛
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Sola come una barca alla deriva, sola come un faro che squarcia il buio.
Sola come un cane abbandonato, sola come un rapace notturno.
Sola come una ragazzina insicura, sola come un’eremita illuminata.
Scegli tu…
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Vedi? La poesia ci aiuta, le metafore le abbiamo create apposta per rafforzare un concetto che preso da solo potrebbe risultare sterile . Quella dell eremita mi piace molto
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E sia, allora…
(Madonna come mi sento poetico oggi…)
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Sola come un atomo di sodio nell’acqua minerale.
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Poetico o biblico, Wal…
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Eppure solezza non mi dispiace…rimeggia con brezza…che passa e va 😁
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