Love affair

 

post 89

Avevo deciso di cenare presto stasera, appena tornata a casa. Metto su l’acqua per cuocere due ravioli (la cosa più veloce e meno impegnativa che si possa cucinare dopo la pizza surgelata), mentre bolle leggo una mail di Ale. Spengo tutto e mi metto qui.

 

Mia figlia ha una cotta. Anzi due, mi comunica. Con una di queste due si è data da fare (che significa chiedere tramite intermediario se c’è interesse anche da parte di lui). E l’altro?, chiedo. Mamma, prima devo sentire cosa dice il primo. Sennò non è corretto. Ci penso su. Uh, ok. La sua idea di correttezza la capisco, quello che non capisco (ma forse dovrei dire: non ricordo?) è come possano piacerti allo stesso modo due persone diverse. E poi penso che se ha fatto il primo passo verso uno forse quello le interessa di più. Ma non dico. Mi faccio i cazzi miei, che già che me lo dice mi pare buono, no? Quello che so è che non ha aspettato. Ha fatto lei la prima mossa. Accidenti, quanta differenza, penso, tra i suoi 12 e i miei 12 anni. Le modalità, alla fine, le riconosco, sono le stesse (qui sì, qui ho chiesto ed è venuto fuori: Ci mettiamo insieme? Ok. E poi giù a non parlarsi nemmeno per mesi finché uno dei due si stanca e molla l’altro), ma io non ho mai fatto la prima mossa con nessuno. Ero una a cui piaceva vincere facile, già. Aspettavo. E basta. Al più lanciavo segnali, da brava ragazza. Ero. Ora mi sa che non lo sono più.

In ogni caso oggi a Little Boss chiedo come è andato il sondaggio. Lei arrossisce (cavolo! Arrossisce! Povera bambina mia, questo difetto del cavolo non dovevi prendermelo. Ora siamo io, te e Levin…) e mi dice che a lui non dispiacerebbe. Uh, ok. Di nuovo. Certo, mi verrebbe da dirgli, non sono proprio le basi giuste per partire. Così vago. Così piatto. Ma certo, sono ancora bambini, lui di certo lo è più di lei, ci siamo passati, no? È come giocare a fare i grandi. Che poi si gioca per poco, un paio d’anni, forse, poi le cose iniziano a complicarsi. E, mentre sono lì che penso a quanto sono felice che lei abbia la sua tresca potenziale e guido verso casa, lei mi fa: che poi tutti pensano che se due ragazzi si lasciano è normale. Ma quando sei più grande, e ti lasci, tutto il mondo non è così comprensivo, sono lì a dire che non hanno più 14 anni. E invece è uguale. Si gira, mi guarda: no?

E ecco. Io non so che dirle. Vorrei poterle snocciolare discorsi sulla responsabilità di certe cose che si decidono insieme e altro, ma in realtà non sono un buon pulpito per questo. Resto zitta come una scema. Abbozzo un sorrisetto altrettanto scemo e alzo il volume a Jhonny Cash.

E poi ecco che arriva Ale. Che è laggiù spersa nei boschi. Lei e la sua magia. Lei e un Lui. Che non ama. Ma di cui ha bisogno. Perché non è mica male trovare il caffè pronto appena ti alzi, avere un corpo caldo accanto al tuo la notte, avere una spalla a cui aggrapparsi. Non viversela da sola, la solitudine.È sbagliato?, mi chiede.

No, Ale. Non lo è mai. Alla fine questa vita non è altro che cercare e trovare piccole cose che ci facciano sopravvivere, che ci facciano respirare. Non sei invecchiata cara amica. Sei solo stanca di camminare da sola. E allora ciò che conta è non farsi del male.

Solo questo: essere accorti e non farsi troppo male. E non fare troppo male.

Io non sono una persona accorta. E mi sono fatta male troppe volte. E ho fatto male per sbadataggine.

Ma alla fine fa parte del patto, questo. Farsi male, fare male. È il rischio, quando ti butti da 4200 metri da un aereo che pilota un tizio che ha preso la licenza di volo a punti al supermercato.

Allora bisognerebbe stabilire quanto sei tollerante al dolore, magari. O quanto lo sono gli altri.

Ma devo ricordarmi spesso quanto sia doloroso per me anche non vivere, mettersi nella zona confort e restarci.

Ecco, stasera la mia Little Boss e Ale me lo hanno ricordato.

In ogni caso sto mettendo da parte una bella scorta di Kleenex per il futuro. L’unica cosa che potrò fare per scaramanzia.

La mia piccola Boss inizia ora: ne avrà bisogno.

 

Stasera la canzone è offerta dal passato che non è mai passato. Un regalo del mio Amico Scrittore.

Qui.

13 pensieri riguardo “Love affair

  1. Bisognerebbe sentire anche l’altro se pensa sia corretto essere considerato un ripiego.
    Ma sono giovani, quindi è probabile che anche i due maschi abbiano molte altre alternative.

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    1. Magari non lo è. Io ho 40 anni, Vittorio. E ancora non ci ho capito nulla (e guarda guarda: credevo di sì. Ma poi accadono cose, incontri gente, parli e…tutto crolla)

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      1. Io alla venerabile vetusta obsoleta quasi-putrefatta età di 44 non l’ho visto come crollo. E’ solo come la conoscenza. Più sai, più ti accorgi che non sapevi e c’è taaaaanta altra roBBa da sapere. Prima vedevi un palazzo. Non è crollato, ore intravedi che ce ne sono altri 12, c’è tutta la Polis … e dici “porc… non l’avevo mica considerata… aspetta che ci guardo va’” (e non sto citando Zero!!!!)
        Ad un certo punto mi sono solo detto di chiedermi, se ce la faccio “ma questo è importante?” su un sacco di cose. Su cose che consideravo “regole”.

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  2. Checklist scientifica:

    1) definire “cotta”: tu e lei la intendete allo stesso modo? Altrimenti ridefinire: gli piacciono due tizi. Ovvero, IL SUO CORPO DESIDERA QUEI DUE TIZI, e forse li trova anche simpatici, affascinanti, interessanti. Ma non li conosce. Quindi non ci sono problemi etico-morali. Ti piace Brad Pitt MA ANCHE Johnny Depp.
    2) e l’altro? Prima vede se quello più figo è interessato. Ovviamente è brutto pensare che sia il suo cuore. Ma quello che VEDE è l’esterno. Poi vedrà l’interno. E magari quel fottuto interno di ragazzino sarà uno stronzo che le farà del male, perché a quell’età distruggere vite è come mettersi i calzini.
    3) anche lei è una brava ragazza. Se stiamo tutti a lanciare quelli che crediamo segnali e nessuno vede, facciamo l’errore base della comunicazione: non ci accertiamo che il linguaggio sia comune. E magari siamo invisibili. E magari non facciamo quel passo tra la scimmia e l’homo: PARLARE! 😀 Brava la tua boss!!!!!! E’ sempre una brava ragazza, non diventa una bottanazza portuale perché fa la prima mossa 🙂 E la tua piccola, sempre lei. Solo nel 2019 🙂 Evviva! Soffrirà o sarà felice esattamente come te!
    4) anche tu lo sei, sei molto molto molto molto bravaragazza 🙂 Se poi ti piace divertirti, non sei diventata una seguace di Satana che canta inni al Signore delle Mosche e sacrifica gattini sull’altare dell’egoismo malvagio.
    5) da bravo storico-storiografico-giornalista dovresti accertarti che la fonte sia attendibile. Prendi spunto, su questo, da quella autorevolissma fonte che è “once upon a time”: l’errore fondamentale di Regina fu di fidarsi della parola di una Bambina e considerarla come un’adulta. Dunque: “non gli dispiacerebbe” è stato realmente da lui pronunciato oppure è un addolcito riassunto di un casino di casini incasinati tra lui lei ed il sensale? 🙂 Perché altrimenti magari le basi non sono queste. Né più brutte, né più belle: non si sa quali siano 🙂 Non devi viverla COME lei 😉
    6) LA RISPOSTA E’ SI, Mia cara piccola Little Boss!!!!! SI, te lo urlo da qui, SI!!!!! SI!!!!!! LA RISPOSTA E’ SI, piccola!!!!! Non cambia niente!!!!!! La gente, il tuo cuore, il suo cuore, il sentimento! NON CAMBIA!!!!!!! Ecco, questa si posso dire che la mando sincera, rivalutata con gli anni, fresca di esperienza. NON-CAMBIA-NIENTE. Ora, la calma la possiamo mettere. Avrei detto solo “si, piccola, è così”. E che Johnny Cash sia.
    7) Ale e il non-amato; lei ha quello di cui ha bisogno. Lui ha quello di cui ha bisogno? Si sono mentiti? Sono … ehm … onesti? 🙂

    Invece ahahhah quella del già a non parlarsi per mesi… cavolo non me lo ricordavo!!!! E’ successo anche a quello che credevo un mio amico e mi ha fatto ridefinire la parola. Ci piaceva la stessa bimba, lui ebbe “la meglio” e non successe NULLA, mentre io ero tristissimamente invidioso e subivo il primo cocente rifiuto esplicito. Quello implicito fu alle elementari, per semplice manifesto disinteresse verso i maschi 😀

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