A volte mi capita di notare le coppie.
Non spesso, a dire il vero, ma capita. Sopratutto quelle non più giovani, diciamo non giovanissime.
Ne vedo passare tante al Ristorante.
Ne vedo passare tante anche per la strada.
Sono così orribile che spesso li guardo e penso a cosa ci sia di storto in loro, per cosa litigano, per cosa si odiano a vicenda, per cosa si lanciano i piatti. Per cosa non si rivolgono parola per giorni.
Sono così orribile che non vedo mai l’amore, anche quando mi viene raccontato non ci credo.
Ok. Non ci credo alle coppie felici.
Non ne ho mai conosciuta una in intimità, forse, ma quello di cui sono sicura è che a me non è mai successo di essere felice davvero con un’altra persona accanto.
Ora, questo potrebbe sembrare molto triste, molto Poverina, non hai mai incontrato quello giusto, ma noi sappiamo, vero? Lo sappiamo.
Vediamo, allora, di partire da quello che so io tanto per cominciare.
So che ho una predisposizione innata nel mandare a puttane le relazioni, sopratutto quelle che mi pare possano sboccare in una sicurezza e in una tranquillità che potrebbe anche prevedere il tenersi mano nella mano passeggiando in un prato, magari. Non necessariamente, ma ci stiamo intesi.
So che ho una predisposizione particolare nel togliermi ciò che mi fa bene, perché questo mi fa sentire in colpa, come se il mio cervello dicesse: Stai sfruttando quella persona, Moon, lo fai per il tuo bene, non per il suo.
So che ho una predisposizione particolare nell’infilarmi nei casini perché tendo a dire quello che sento in quel momento senza pensare alle conseguenze. E oltre a ciò, intendo, se ciò non bastasse, non sono capace di stare sola, lo desidero, nel senso che desidero uno spazio mentale solo mio, in cui io penso a me e Little Boss e basta, ma non succede mai, non è mai successo da quando ho , boh, quindici anni? Mai stata sola.
Ma non solo.
Mai stata lasciata.
Mica ho avuto chissà quanti uomini, ma sebbene con estrema fatica e sofferenza, come nei casi recenti, sono sempre rotolata via.
Ciò ti porta a pensare, vero?
Mi porta a pensare tante cose, tantissime, cose che ho già pensato e credevo di aver superato, ma no, si vede che è il mio modus operandi , sono una serial killer delle mie occasioni di felicità.
E non capisco perché.
Sono cinica, ok, non voglio ammettere che la felicità esista, da qualche parte.
Ma c’è di più.
Trovo sempre un sistema per soffrire.
Non riesco ad accontentarmi. Ma nel senso specifico: non riesco a farmi contenta. E allora spero che lo facciano gli altri. Il che è assurdo per definizione. Specie per una cinica come me.
Per essere felici basterebbe cederci, alla felicità. Non crederci.
Che cedere sia proprio il termine giusto. Lasciarsi andare.
Ma per una come me significherebbe solo arrendersi al fatto che la vita fa anche schifo. E che la felicità è come la solitudine, non una condizione, ma uno stato d’animo.
Non ci sono ancora arrivata a queste considerazioni di base.