Per tornare umana ho dovuto farmi una doccia bollente, talmente bollente che ho la pelle del colore dell’aragosta, ma almeno la temperatura interna è tornata sui 36 gradi…
Come un giorno può trasformarti in un Grinch e farti odiare il Natale.
Ricordate questo post? Quello in cui volteggio per casa pensando agli addobbi e Come è bello il Natale e Come tornare bambini e giocare eccetera?
Oggi tutto si è capovolto.
Primo: Natale:Inverno=Inverno:Freddo. È una vera proporzione. E io il freddo lo detesto. Questo poi è pure un freddo salutista perché esci fuori per fumarti la tua agognata sigaretta della pausa e dopo solo metà la getti via e rientri basita al calduccio: ci vogliono poi minuti interi per scongelarti e capire chi sei e dove sei: pausa finita. Inutile ribadire che detesto anche i salutisti.
Inoltre il freddo mi fa venire il raffreddore, il raffreddore mi fa consumare chili di fazzoletti e quintali di burro di cacao che ora penso dovrei mettermi anche sul naso.
Secondo: con il Natale arrivano i biscotti natalizi della Pasticceria che vanno decorati a mano. Ora, qualcuno ha messo la parola Scrittrice dentro lo Scatolone Fabbricone di Dodò e ci ha tirato fuori anche la parola Artista e Pazienza. La frase che ne esce recita più o meno così: Tu che sei una Scrittrice sei un’Artista e quindi dotata anche di molta Pazienza: fai e decora tu i biscotti!
E quindi la mia mattina l’ho passata prima a cercare gli stampi dei biscotti a forma di alberello e stelle comete e pupazzi di neve e cercare qualcosa dentro al Ristorante è stato come per Indiana Jones cercare il Graal. Poi ecco lì che li ho dovuti decorare uno a uno (5 teglie) mettendo minuscoli smarties al posto delle palline sull’abete, china sul banco per due ore. Certo, una bella soddisfazione visto il risultato, il mio lato artistico ne era soddisfatto, ma il mio lato B, quello della schiena, molto meno.
Terzo: mi sono fatta convincere a vestirmi da Mamma Natale sotto le feste. E fin qui tutto ok, fare la cretina alla fine mi diverte sempre, specie sul lavoro, sdrammatizza, no? Solo che la collega che si doveva occupare dei vestiti non se ne è occupata per tempo, quindi una volta finito il mio turno mi sono messa a cercare su Amazon quattro vestiti vagamente decenti (no, non me le metto le minigonne con le piume d’oca o i corsetti con i laccetti: divertirsi sì, soffrire no): nulla: tutti i vestiti natalizi hanno la consegna i primi di Gennaio, che mi dico, porca paletta, ma a che mi serve un vestito di Natale dopo Natale? Lo so, lo so, scusa Amazon: dovevo pensarci prima. Solo che non ero io quella che doveva pensarci!
Vabbè, mi rassegno, e una volta montata in macchina, dopo nove ore di lavoro ininterrotto, con le labbra talmente ruvide che potrei limarmici le unghie e le occhiaie del raffreddore che mi scendono fino al mento, mi pare proprio un’idea geniale andare a farmi il giro dei negozi trash della zona, in cerca del suddetto vestito. Che trovo, certo. Quando mi metto in testa una cosa… solo che se è vero che a me sta a pennello, per le mie colleghe tettone ci sarà da farci qualche modifica.
Ma ok. Prendo tutto, rimonto in macchina e torno al Ristorante per farlo provare alle colleghe. Ormai manco da casa da più di 12 ore e inizio a sentirne la mancanza. Ma tengo duro: Natale è Natale, no? Appena arrivo lì ecco però che sono costretta a gestire ben tre telefonate di prenotazione per il pranzo di… sì, esatto: Natale!
Io sarei vegetariana, dice una.
Signora, il nostro è menù terra mare, lo ha letto?
Sì, ma io mi accontento anche di un piatto di fagioli in bianco.
Un altro mi fa: Ma possiamo prendere quattro menù in sei? Non siamo persone che mangiano molto…
L’ultima è la migliore: Ho letto il menù: ma dentro ai tortelloni di baccalà cosa c’è?
Cala il sole. E si fa più freddo. E io sono ancora al Ristorante con in una mano un vestito 100% poliestere rosso, nell’altra carta e penna, il telefono incastrato nella spalla che discuto con un tizio di ottant’anni sull’orario in cui inizierà il pranzo: vorrebbe mangiare alle 11.30!
Rientrata a casa sono costretta ad accendere anche il forno dal gelo che c’è. E allora in questa momentanea trasformazione da Moon a Grinch mi sembra che questa sia la colonna sonora migliore:
Che poi, vi dirò… io adoro i My Chemical Romance…