Rivoluzioni e anarchia

Siccome anche la volta scorsa ho parlato di lavoro, mi pare carino restare in linea. 

In questi mesi abbiamo visto passare diverse crisi. Dopo una pandemia di certo la crisi energetica non è stato il massimo per la nostra attività (vi basta leggere qualche post su Facebook de Il barista incazzato per capire che siamo tutti un po’ traballanti). Comunque il colpo di grazia lo ha dato il commercialista che, a settembre, è venuto fuori con questa frase: il costo del lavoro in questa attività è troppo alto. Il mio Capo, che si spaventa non con i fatti, ma solo con le parole, è affondata nel panico. E noi di conseguenza, visto che siamo il lavoro che costa troppo. Immaginavamo già teste tagliate, straordinari non pagati o peggio: stipendi non pagati. Ma qui è arrivata la Figlia del Capo. Come saprete ma non vi ricorderete la F.D.C. ha fatto scuola di alta pasticceria da millemila euro e ha lavorato in laboratori prestigiosi durante lo stage. Quindi si è offerta di riorganizzare il lavoro rendendolo più efficiente. 

Il mio settembre e il mio ottobre sono stati da incubo.

Non tanto per la riorganizzazione in sé, che comunque mi chiedeva di fare sempre più cose in sempre meno tempo (e io sono già una scheggia), ma soprattutto perché la F.D.C. non ha idea dei tempi che mi occorrono per fare le mie preparazioni. E io, beh, li conosco, ma spesso devo mettere in cantiere varie ed eventuali: nel momento in cui devo usare l’impastatrice magari è occupata, qualcuno al bar mi chiama per dare una mano o prendere l’ordine di una torta, il dannato barattolo della marmellata è finito e devo andare in magazzino a prenderne uno nuovo. Insomma, non è facile stabilire i tempi al millesimo. Prima mi sono sempre organizzata da sola. Impastatrice occupata? Mi metto a coppare i biscotti. Mi chiamano dal bar? Metto in cantiere il lavoro che sto facendo per il giorno dopo. Ma dover rendere conto a lei è stato frustrante, soprattutto perché la F.D.C. e il Capo hanno litigato per due mesi di fila proprio per queste questioni.

F.D.C: no, Moon non può venire al banco del bar, deve finire il suo lavoro.

Capo: ma ci serve, c’è pieno di gente!

F.D.C: Dovete organizzarvi al bar da soli, come io organizzo la pasticceria

E da qui partivano gli insulti reciproci. Risultato? Il bar pieno di gente costretto ad ascoltare i loro improperi e Moon al banco a sostituire il Capo che litiga con F.D.C. (e che quindi non finisce il suo lavoro)

Scene come questa un giorno sì e uno no (con relativo gelo nella stanza una volta finita la lista degli insulti) ti fanno venire voglia o di consumare droghe pesanti o di andare via. Io sono sempre stata rispettosa della legalità (e poi sono una a cui piacciono le dipendenze, quindi meglio non iniziare) e ho optato per cambiare lavoro. Basta sabati e domeniche a lavoro! Voglio fare la segretaria, la bibliotecaria…l’impiegato comunale! Ecco che arriva un concorso e mi inscrivo. E vabbè, è un progetto a lungo termine, lo capisco appena mi arriva il libro da mille pagine che devo studiare, non sarà facile imparare il diritto e come funzionano le P.A., dovrò studiare per mesi, organizzarmi, ma lo reputo un buon piano. 

Nel frattempo le cose al lavoro cambiano di nuovo. La F.D.C. dopo due mesi di prova non solo non porta risultati rivoluzionari (dire è più facile che fare), ma litiga a morte con il Capo che si riprende tutto il potere decisionale che aveva prima. Ovvero nessuno. 

Quindi ora la pasticceria è di nuovo in regime di anarchia. E funziona. Dopo i mesi di ottobre e novembre pure l’allarme costo del lavoro è cessato perché abbiamo lavorato tanto, incassato tanto (complice la stagione turistica che si è allungata in modo anomalo) e il Capo è tranquillo. 

Che lezione si può trarre da questa storiella? Semplice: se una cosa ha funzionato per anni, seppur in modo distorto e non organizzato, può continuare a funzionare ancora. Basta avere un obiettivo comune. Anche io ho un obiettivo comune. E ora vado a studiare. 

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15 pensieri riguardo “Rivoluzioni e anarchia

  1. Mi ha fatto sorridere amaro questa tua esperienza! E’ la prova provata di quanto sia vero il detto : ” tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ” Si fa presto a dire fate così e fate cosà, la messa in pratica poi è tutta un’altra cosa!!!! Buon studio Moon, la tua tenacia ti porterà in alto!!! 🙂

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    1. Direi piuttosto che qui vale il detto “Chi sa fa, chi non sa insegna”. e a scuola chi non è capace di insegnare chiede un distaccamento e va a fare quello che insegna agli insegnanti come si fa a insegnare. In 36 anni di insegnamento e di corsi di aggiornamento tenuti dalla suddetta specie di personaggi e di contatti con tutori ed “esperti”, di quelle famose cose che voi umani eccetera ne ho viste da riempirne 12 treni merci.

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  2. Anche nei negozi (abbigliamento, scarpe, intimo) dove ho lavorato moltissimi anni regnava l’anarchia, ma ha sempre funzionato benissimo. L’ansia fa solo casino…La legge di Murphy insegna. In bocca al lupo per lo studio: avere un piano B è sempre rassicurante! Buon venerdì 🕸

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