La mia casa

La settimana passata è stata bella tosta, un surplus di lavoro inaspettato e Little Boss che mi chiede di portarla alla fiera, e la sua lezione di canto, e la mia lezione di scrittura creativa, e una festa di compleanno (di Little) da preparare…

La mia piccola ha fatto i mitici 14. Forse ho detto mitici anche l’anno passato, per i suoi 13, ma solo perché ogni anno che passa è un miracolo per me, ogni cambiamento che fa mi sorprende (o mi fa incazzare, dipende), ogni scalino sento che è sempre più difficile per me stare al passo con lei. usa parole che non conosco, social che non capisco, e tutto questo mi fa sentire vecchissima, mi fa sentire (aiuto!!!!) mia madre. E proprio sulla soglia dei 42.

Anno difficile il 2020, lo diciamo tutti da tempo. Eppure ho anche scritto che sono certa che le cose stanno per cambiare. E se lo scrivo a volte è vero.

Mi sono sorpresa in queste mattine a cantare nella testa, vi capita mai? Mentre glassavo i bignè è arrivato Jimmy Fontana con Il mondo. E poi ieri mattina (o meglio ieri notte alle 3.30, quando mi sono alzata) nella mia testa suonavano le note di La mia casa, di Daniele Silvestri. Ora, la scelta della colonna sonora per questo momento è davvero discutibile, chissà come sta male quel piccolo neurone solitario che gira a vuoto nel mio cervello, fatto sta che le associazioni non le ha fatte del tutto a caso.

Ho già scritto quanto io adori il minuscolo buchetto in cui vivo con Little da più di 5 anni ormai, una casa graziosa, il parquet in terra, il soffitto a volta in pietra, gli arredi praticamente nuovi. E forse ho anche scritto che la mia padrona di casa l’ha messa in vendita, senza però (ancora) darmi lo sfratto. Siamo in un piccolo piccolissimo paese e le notizie corrono veloci, tutto sanno tutto e quindi è così che lunedì mattina mi ha telefonato una persona per propormi una casa. Anche altre persone mi avevano detto di case in affitto, ma alcune avevano un prezzo che non potevo permettermi, altre erano senza mobili, altre non avevano una camera per Little Boss (che anche ora non ha visto che stanzia nel soppalco di questa minuscola casa). Alla persona che ha chiamato e che mi proponeva una casa simile alla mia (esattamente quella al di là del mio pianerottolo) ho detto proprio questo: se devo cambiare ho bisogno di una stanza per Little. E così è venuto fuori che ha un altro appartamento, poco più in là. E sabato me l’ha fatto vedere. 

Appena siamo entrati, io, Little e l’Amico Speciale, abbiamo tutti capito una cosa: è la mia casa. Due camere grandi, cucina abitabile, bagno nuovo e spazioso (siamo due donne, eh, ci vuole posto nel bagno!), due grandi sottoscala. Niente balconi, niente giardino, ma neanche qui li ho, quindi… le ho detto che le avrei fatto sapere tra una settimana, ma appena uscita avevo già deciso (oltretutto mi fa anche un prezzo più basso di quello che pago ora). 

Quello che voglio dire con questo pippone sulla casa è quello che ripeto da sempre: se tu ti muovi, l’universo intorno a te si muove per aiutarti. 

E quindi anno nuovo, casa nuova e stop a tutte le preoccupazioni sull’alloggio. 

Restano un po’ quelle sul lavoro, sebbene la logica riesca a fugarle. In fin dei conti l’Amico Speciale quando me lo fa notare ha ragione: ormai lì dentro sono un pilastro, e me ne rendo conto anche da sola quando i miei nuovi colleghi (entrati in sostituzione di Micro(bo) e della collega in maternità) vengono a chiedere le cose prima a me. Inoltre, nonostante il Covid, lavoriamo, e tanto. La pasticceria vende bene, solo il Ristorante è un po’ in calo, e io mi sto specializzando sempre più nella pasticceria. Fino a che l’Ombra Malvaglia della figlia del Capo(che è una pasticcera con tanto di carta) se ne resta a casa con il figlio io sono salva. E visto quanto è paranoica non sarà questione di due mesi. 

Quindi sì, sabato ho cantato, ho abbracciato Little, baciato l’Amico Speciale e sorriso. 

L’universo è ancora con me. 

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