Per Ale.
La nostra non è solo un’amicizia di lunga data. Dire che ci conosciamo da 20 anni la non rende speciale, ci sono persone che conosco da più tempo.
Abbiamo parlato a lungo su di noi, inciampando nelle parole, cercando una strada per poi scoprire che no, non è esattamente così, ci avviciniamo, ma ciò che siamo ci sfugge sempre un po’, come se fosse troppo improbabile, troppo difficile da dire. Magari è perché solo in noi vediamo l’amicizia e questo ci spiazza, ci affascina e ci disarma allo stesso tempo.
In te vedo la musica.
Quando Cisco canta della Grande Famiglia vedo il tuo viso.
Libertà l’ho vista dormire, dice Fabrizio, e tu sei lì.
In bianco e nero di Carmen sei tu.
In te vedo i libri.
Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.
O ancora:
Uno, non toccare le lancette. Due, domina la rabbia. Tre, non innamorarti, mai e poi mai. Altrimenti, nell’orologio del tuo cuore, la grande lancetta delle ore ti trafiggerà per sempre la pelle, le tue ossa si frantumeranno, e la meccanica del cuore andrà di nuovo in pezzi.
In te vedo i colori.
Tu che di colorato non indossi mai nulla.
Sei il Rosso della passione e della rabbia, il Blu del mare e della notte, il Verde della speranza e della terra dove vivi.
In te sento i profumi.
Sei il profumo del caffè appena fatto, delle sfoglie sfornate, di un tartufo che tieni in tasca.
In te vedo gli abbracci.
Io, così allergica al contatto fisico. Tu mi hai vinta con le tue braccia calde e la testa appoggiata sulla mia spalla.
Sento continuamente il bisogno di dedicarti qualcosa, il difetto della lontananza, di una vita frenetica che non perdona.
E se sei musica oggi ti dedico una canzone. Di nuovo. Qualcosa che ci riporti dove eravamo, ma senza nostalgia, senza tristezza.
Una canzone che ha la magia del Piccolo Principe, il Verde della speranza, il profumo del caffè appena fatto e l’abbraccio che mi hai dato la prima volta.
Se nel romanzo ci metti questo… direi che il sangue non manca. E tanto allergica al contatto fisico non mi sembri mica 😉
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