Gli opposti si attraggono

Ero qui tutta tesa a ragionare su cosa poter fare alle 6.30 di lunedì mattina, il mio giorno libero. Guardando le condizioni del bagno avevo quasi puntato sulle pulizie generali. Poi ho voltato la testa verso la finestra: è ancora buio, aspettiamo almeno che sorga il sole prima di sprimacciare cuscini e dare l’aspirapolvere? 

Guardo un po’ di tv? Naaa, non c’è nulla che mi intristisca di più della tv guardata la mattina, non so perché ma al limite ora posso darle una collocazione serale (ovvero: quando il tuo cervello è così andato dalla stanchezza da non poter fare altro, allora puoi definitivamente spegnerlo davanti alla tv). 

Ok, allora leggo. Sì, ma sto sforzandomi di terminare quel maledetto libro di Ferzan che non sopporto (per la legge dello Zero Sprechi che prevede che se compri un libro e ci spendi dei soldi che hai a malapena il minimo che tu possa fare è finirlo, non me la sento di lasciarlo lì) e non sopportarlo di sera ok, non sopportarlo di mattina anche no.

Il mio problema è proprio questo: la mattina. Essendo il momento della giornata in cui il mio corpo e la mia mente dà di più, sprecare queste ore mi pare un sacrilegio. Ecco perché adesso sono qui, a scrivere. Scrivendo non mi sembra mai di sprecare il mio tempo, anche se forse obiettivamente lo faccio. Ma ciò che conta è quel sembra, ciò che conta è la mia verità, sempre. Dopotutto non è che io sia davvero super bella con un paio di jeans nuovi, ma la prima volta che li metto, oh, sì, mi sembra di esserlo. Lo stesso con una nuova acconciatura o un ombretto diverso. E a subire gli effetti del sembra non sono solo io, ma anche la mia casa, ad esempio. Il tappeto rosso sotto al lavello? Unico appena ce lo metto. Il nuovo profumatore per ambienti? Mai casa mia fu più invitante appena ci metto piede. E così via. 

Tutto, nella mia vita almeno, si rifà alla mia soggettività. 

E allora quando sono in forma e mi sveglio bella carica non ci sono difficoltà a fermarmi: sono certa che le supererò tutte come ho sempre fatto. Diverso però quando sono stanca e allora il mondo è grigionero, tutte le speranze sono perdute e mi si prospetta un futuro prossimo irto di ostacoli invalicabili. 

Tutti questi concetti sono estranei all’Amico Speciale che invece vive la sua quotidianità così, senza pensare a nulla. un Daybyday eterno nel quale il suo mantra preferito è. Al limite, Arriverà buio. Nonostante io abbia letto delle differenze di pensiero tra uomini e donne (in media eh!), ancora non mi capacito della sua oggettività di pensiero. Lui riesce a prendere la vita per quella che è, senza connotazioni soggettive, come se il suo muoversi nel mondo fosse ininfluente. O almeno così mi appare. Che poi mica sono così convinta che sia proprio così. Perché sono arrivata a pensare che quando lo vedo strano, o pensieroso, o altro, e gli chiedo: che c’è che non va? Oppure: a cosa pensi?, ricevendo sempre la stessa risposta: Nulla, in quel Nulla ci sia un mondo a me sconosciuto. Ma no, non solo a me. Piuttosto sconosciuto a lui. 

Quindi, nonostante mi sfanculi di continuo per i miei giri mentali che lui ritiene inutili (da bravo fan di Sin City, mi ricorda spesso questa scena), credo che se li faccia anche lui, ma o non lo vuole ammettere o non riesce a elaborarli. 

Oppure siamo solo la conferma della classica regola che vige in amore: gli opposti si attraggono. 

1 Il sole è sorto, più o meno. Ora posso andare a pulire.

2 Guardatevela la scena in questione: è un concentrato di testosterone…

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16 pensieri riguardo “Gli opposti si attraggono

        1. Beh, UAP, sono migliorata rispetto a qualche anno fa e se l’AS deve sopportare una sera di pianto come sfogo per la rabbia sul lavoro o i sottotitoli ai film perché mi fanno stare più tranquilla non mi pare che sia poi una vita d’inferno. Non sono una di quelle persone che negano un qualsiasi cambiamento, Chi non cambia è morto, dico sempre, ma il cambiamento non deve negare il soggetto, piuttosto smussare gli angoli. Io non sarò mai capace di vivere la vita Daybyday, sono una che programma, è la mia natura. Al limite posso evitare il panico se qualcosa va fuori dai miei programmi. Quindi, beh, dipende da cosa si cela dietro al tuo Molto

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          1. Come ho scritto, non mi trincero (Chi non cambia è morto), ma ciò non significa che uno debba snaturarsi. A che pro? A meno che una tal cosa del carattere dell’uno non ferisca l’altro o lo danneggi in qualche modo o sia davvero una patologia non vedo perché una persona debba rivoluzionare il proprio carattere. e poi sì, certo che lo dico io, questo è un blog dove io di solito parlo di me in prima persona e quindi la mia è una visuale soggettiva (vedi sopra). Ciò non significa che io manchi di oggettività talvolta (altrimenti non avrei scritto tutti quei Sembra lassù)

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