Dubbio del 16 Marzo: mia figlia è una strega?

 

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Gooooodmorning WordPress!!!

È un altro bellissimo giorno a casa Moon, il sole è sorto (non lo davamo mica più per scontato), la temperatura esterna è di 3 gradi, quella interna di 18. Le notizie che leggiamo sul bollettino non sono rassicuranti, ma ce la faremo. Ce la faremo.

Oggi è l’ultimo giorno di reclusione Moon-Little Boss. Domani la porto da suo padre. Le dico che è fortunata, dopotutto, almeno ha due diverse location per fare la sua quarantena. Lei mi guarda di traverso.

Ieri notte ha sognato di passeggiare sul corso di Milano accanto al Duomo. Mi ci è voluto un po’ per capire che era la galleria Vittorio Emanuele II. E sognava di fare shopping. Ah…le tredicenni…

Che è una tredicenne lo vedo esponenzialmente day by day. Ad esempio, prima della chiusura delle scuole si è presa l’influenza. Ancora non c’era l’allarmismo Covid 19, il medico è venuto a visitarla, ha detto: Influenza stagionale e se ne è andato consigliandomi solo la Tachipirina. I sintomi erano gli stessi del Covid19: febbre alta, tosse, raffreddore. Al medico chiedo: come si distingue il Covid 19 dall’influenza stagionale? Lui risponde: non si distingue. Ottimo. Siamo andate avanti finché non è guarita, ci è voluta una settimana e mezzo. Nel frattempo in casa mia si sono alternate varie persone: mio fratello, mia madre, l’Amico Speciale. L’unica conclusione a cui siamo arrivati è che se era il Covid19 almeno uno di noi avrebbe dovuto prenderla. Sono passati più di 20 giorni, nel frattempo è scoppiato il caos e stiamo tutti bene (mia madre compresa, che era quella più a rischio, ma per l’influenza stagionale aveva il vaccino) e quindi non era Coronavirus. La nostra è stata una diagnosi a posteriori. O magari solo una botta di culo, vai a dirlo.

Ma la storia non era quella dell’influenza di Little Boss. La storia è quella della guarigione di Little Boss. Il martedì sera andiamo in ambulatorio (deserto, già il panico si stava diffondendo, le cose sono cambiate velocemente, nel giro di una settimana) per il certificato. Si torna a scuola domani, le dico.  Lei si fa rossa in viso, prova a protestare, ma poi è il nostro turno e dobbiamo entrare. Il medico la visita (igienizzandosi le mani ogni tre secondi, sembra un ossessivo compulsivo) e la dichiara guarita. Little Boss chiede: ma devo andare a scuola già domani?  Certo, stai bene, risponde lui. In faccia è talmente rossa che potrei scambiarla per un pomodoro e lasciarla all’alimentari.

Appena usciamo dall’ambulatorio sfodera il suo lato da dramma elisabettiano. Piange, urla, strilla, Non voglio tornare a scuola domani, non ero pronta, pensavo di andarci giovedì, non voglio tornarci in mezzo a quei deficienti della mia classe, sono tutti bimbetti,  io li detesto, odio la scuola, odio i miei compagni, odio tutto il moooondooo!!!!

All’inizio mi arrabbio per la sua pigrizia. Urlo un po’ anche io. Sono decisa: domani vai a scuola. Punto. Sono sempre permissiva, ma non per la scuola. Insisto: puoi piangere e urlare quanto vuoi, ma domani ci vai.

Poi mi addolcisco, con lei funziono sempre così, funziono per amore, e vederla piangere mi fa male.

A te piace studiare, Little, che cos’hai?

Lei tira su con il naso: vorrei poter fare i compiti senza andare a scuola. Non mi piacciono i miei compagni.

Passo la mezz’ora successiva a calmarla, a filosofeggiare sulla vita, sulla sua ingiustizia, le racconto qualche esperienza mia, di come alla fine l’ho superata, di quanto la vita sia questa: un guazzabuglio di regole che non ci piacciono, ma la società è questa e siamo esseri sociali, cresciamo grazie a questo eccetera eccetera eccetera.

La convinco. Smette di piangere e prepara lo zaino. Il giorno dopo è mercoledì 4 Marzo 2020. Alle 14 ci sono le prime indiscrezioni. Alle 19 Conte annuncia la chiusura delle scuole fino al 15 (poi prorogata al 3 Aprile).

Ora.

Io mi chiedo.

Non è che mia figlia è una strega e questo Covid19 ce l’ha messo lei per esaudire i suoi desideri da tredicenne che odia il mooooondooo?

 

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Passeggiare o non passeggiare? Questo è il dilemma

 

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È domenica mattina. Di nuovo. Anche ieri era domenica. Pure l’altro ieri. E lo sarà anche domani.

Una serie infinita di domeniche d’inverno.

Ora, c’è che ama la domenica: si può dormire quanto vogliamo, si può poltrire sul divano a leggere o a guardare True detective (grande serie tv, consigliatami da anni e che solo ora sono riuscita a vedere), si può ascoltare la musica che ci pare (al Ristorante prendono poche radio e di recente Nostalgia sparisce all’improvviso, lasciando il posto a RDS e un gran buco nel mio cuore).

Io sono piuttosto pigra, non sono proprio un’iperattiva nel senso stretto del termine. Va detto però che adoro avere tanti impegni e, al termine della giornata, staccare la spina, spegnere la giornata e tentare di rilassarmi. Mi piace… forse in realtà ci sono solo abituata. Ecco, il mio corpo e la mia mente sono abituati a questa routine. A volte sono così ansiosa di terminare le mie incombenze per potermi rilassare che, ad esempio, vorrei poter sparecchiare e lavare i piatti (ok, metterli nella rexy, la mia schiavetta in cucina) prima di aver mangiato.

Ora che non ho queste urgenze (anzi, che non ho nessuna urgenza) il mio corpo e la mia mente sono disorientati. Il cervello lavora a pieno ritmo, come sempre, molto del tempo lo impiega a preoccuparsi di questa serrata nazionale, leggo notizie dal Corriere della sera (!), a cui ho anche fatto l’abbonamento on line (!!!), confronto idee, opinioni, cerco di capire se posso uscire a fare due passi e quanto devono essere lunghi, ‘sti due passi, io che vivo in mezzo al nulla e anche in giorni normali non incontrerei di sicuro nessuno in queste strade sterrate di campagna. Ma è anche vero che so che le forze dell’ordine in questo piccolo paesello si comportano come sceriffi (che è infatti il loro soprannome,gli sceriffi)e so anche che gli sto pure un po’ sulle balle (su questo dovrei scrivere due righe in più perché, ai miei occhi, non hanno motivo di avermi sulle scatole, avrò preso due multe in tutta la mia vita per eccesso di velocità, una per non aver esposto una volta il disco orario e nessuna di queste volte ho avuto a che fare con loro. Diciamo così, agli sceriffi sono arrivate voci sul mio conto, voci un po’ da paese, visto che io ero quella straniera qui, nessuno conosce i miei genitori o miei nonni, non sono nata e cresciuta in un posto, ma in tanti posti, non ho radici nel paesello e a volte se non hai radici e non sei come gli altri ne paghi il prezzo. E su questa storia non ho altro da dire, come Forrest Gump).

Quindi il mio dilemma della domenica mattina è: posso uscire oggi, visto che c’è il sole? Posso andare oltre ai cassonetti della spazzatura? Posso godermi questa mattina?

Nulla, io leggo e leggo e non arrivo a nessuna conclusione. C’è che ha avuto multe per essere uscito a correre, chi per un giro in bici e ieri ho ricevuto un audio inoltrato di un avvocato che spiegava come funziona se ti fermano e non hai la giustificazione: dichiara, l’avvocato, di non pagare l’ammenda, e di rivolgervi al vostro avvocato per l’oblazione. Poi vado su internet e scopro che è una bufala. E leggo i chiarimenti. E ci capisco ancora meno…

L’ignoranza non è ammessa, ai tempi del Coronavirus, e a quanto pare anche la gnoranza, perché che tu sappia o non sappia cambia poco, il risultato finale è: dipende.

Quindi la domanda di oggi è: corro il rischio, per buona pace del mio corpo che, se si stanca magari stanotte dorme un pochino, oppure faccio la ligia e vado solo al cassonetto a buttare la spazzatura?

Non ho ancora abbastanza caffè in circolo per decidere…

 

Ri-apertura straordinaria

post 182

 

 

Sono qui che aspetto che la pizza sia pronta (pizza rigorosamente fatta in casa: stamani mi sono spacchettata il lievito, ho mescolato gli ingredienti, ho messo troppa acqua, ho chiamato Little Boss per farmi aggiungere farina, chè avevo le mani in pasta nel vero senso della parola, insomma, tutto giusto, tutto fatto secondo le regole, che poi io le regole le conosco, no? Non lavoro in un Ristorante? Lì la pizza la facciamo, io la so fare, ok?)… non ho ancora ri-cominciato che già divago, come al solito. Uff…

Dicevo, mentre sono qui che aspetto la pizza, leggo un commento di UAP e poi penso a quello che mi ha detto oggi Ale e poi anche quello che ho detto ad Adri (l’Amico Atipico, per chi ancora non lo avesse capito) e poi penso alla tizia di cui sto leggendo il libro e poi penso al mio ultimo fallimento sull’ennesima rivista e poi penso che sono giorni che provo a scrivere un romanzo, ma pure un racconto, un aforisma, un cazzo di proverbio: nulla.

E quindi tutto questo pensare (e anche il dannato silenzio che viene da fuori) mi fa venire qui a riaprire questo blog inutile.

(La pizza sta venendo alla grande, se lo volete sapere)

Perché alla fine questo mi resta, le parole. E se non riesco a scriverne di altre, tanto vale scrivere queste, tanto vale buttare giù i miei pensieri.

Che poi alla fine mi è mancato questo posto.

Sono confinata, barricata, come tutti. La mia fortuna è essere barricata qui, con Little Boss, gli abbonamenti a tre diverse piattaforme di streaming e un sacco di libri da catalogare.

Vorrei scrivere che non vi tedierò con, ma alla fine una che si tedia in casa cosa altro potrà scrivere?

Sono alla fine del quarto giorno di quarantena (più o meno, eh) e già mi pare di essere qui da due mesi. Credo di avere già la pelle più bianca, giuro, e i muscoli delle gambe flaccidi.

E non dirò Andrà tutto bene, non andrà bene un cazzo, ve lo dico io, sarà durissima, siamo in guerra e la mia paranoia aumenta giorno dopo giorno.

Forse alla fine di questa storia non solo sarò più pallida e flaccida, ma anche più pazza.

Chissà se è possibile…

In ogni caso dichiaro ri-aperto questo blog, diciamo un’apertura straordinaria(per ora) a seguito di tutte le altre chiusure straordinarie.

Little Boss mi dice che in casa c’è odore di impasto. E io che speravo ce ne fosse di pizza…