Autumn in the Moonverse

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Ho scaricato un’applicazione sul telefono per aiutarmi nell’alimentazione. Monitoro più o meno quello che mangio e i nutrienti in fondo alla giornata, giusto per capire se sto mangiando abbastanza. Sono tre settimane ormai e devo dire che ho iniziato a fare progressi. Il mio problema principale era il fatto di non avere mai fame, saltare i pasti a piè pari, magiare cibo casuale. Il risultato principale è stato un affaticamento generale, come è ovvio. Ora a inizio settimana scrivo un menù e cerco di rispettarlo. Vario i carboidrati del pranzo, ciò implica che a volte mi porto il tegamino a lavoro: riso, farro, etc. Il mio capo e i miei colleghi mi prendono in giro, Chi si porta da mangiare al Ristorante?, ma ormai ci ho fatto il callo e devo dire che pensare al cibo mi fa sì un’enorme fatica, ma ci metto sempre meno tempo e la mia energia si sta accrescendo. Mi sveglio meglio, ho più voglia di fare le cose, sono più produttiva (il che, per una come me è il risultato principale).

Questa applicazione si connette automaticamente ai dati di un’altra app preinstallata nel mio telefono, Salute, che invece regista i passi che faccio durante il giorno (se tengo il telefono in tasca). Ho scoperto cose interessanti, qui: durante la settimana percorro una media di 7 chilometri al giorno durante le ore di lavoro, con picchi a 10 chilometri quando la sala è bella piena. Sono tanti passi. Ora capisco perché sono stanca, a volte.

Ma nonostante le mie applicazioni mi facciano capire che, tabacco a parte, sto facendo una vita sana (ok ok: solo dal punto di vista della non sedentarietà e dell’alimentazione: per lo stress non ci sono app), ho accettato di accompagnare Little Boss in palestra, che ha espresso questo desiderio per il suo compleanno (che è giovedì). Un mese di prova.

Ecco. La palestra. Vogliamo parlarne? Un posto dove tre quarti delle persone va per fare vita sociale e mostrare i completini del Decathlon. Ma cosa c’entro io, lì? Nulla, ve lo dico io. Ma Little Boss si è fissata e anche se so perfettamente che non è un posto neppure per lei (la sua posizione preferita è stesa sul divano o sul letto e se le faccio fare due passi a piedi si lamenta che è stanca), io sono sua madre e devo incoraggiarla, giusto? Ho provato con Facciamo delle belle passeggiate, qui intorno è perfetto, cavolo, stiamo in piena campagna, ci sono sentieri, anelli (ce ne è uno che facevo da sola l’anno passato completamente immerso nel verde, 7 chilometri di pura bellezza), ma nulla, lei ha 13 anni tra 4 giorni e ha le sue fisse che legge su articolini che ai miei tempi sarebbero apparsi su Cioè, e che oggi sono tutti on line sulle pagine Instagram. Quindi la accontento, mio malgrado. Si troverà una settimana da incubo, con il martedì occupato dalle lezioni di chitarra e canto (e la sera il dentista, visto che abbiamo deciso che metterà anche l’apparecchio fisso), il mercoledì e venerdì palestra, il giovedì lezione di yoga: ma si può vivere così a 13 anni?, mi chiedo. Lei non vede l’ora. Io mi auguro che le passi subito.

Insomma, questo autunno si apre con tutti questi propositi che la gente considera salutistici, mentre io non ne sono poi così convinta: sono vecchio stampo. E faccio 7 chilometri di media al giorno lavorando.

Intanto penso a nutrire anche il mio cervello, però. E leggo tanto. E penso anche a nutrire il mio cuore. E ho fatto pace con AS. Senza cedere, stavolta, solo tentando di portarlo davanti al mio punto di vista (una cosa difficilissima da capire per un uomo, lo so, e infatti lui annuiva a annuiva, ma chissà che ha capito).

Ed è andata a finire che sono giorni che mi fa regali, lui che di principio non ne faceva mai a nessuno. Io, che invece capisco un po’ di più il punto di vista maschile, me lo ha insegnato il Dottor Minchione nel suo libro, so che lo fa per farsi perdonare. Non è il mio stile, accettare regali in cambio di offese, ma so cha a lui fa stare meglio. E quindi sto meglio anche io.

Alla fine non è così difficile capire che le donne vogliono solo non essere trascurate. Io preferisco una carezza o un abbraccio o una parola, ma anche un paio di scarpe vanno bene.

E ora sono già le 8.25 di un lunedì mattina di festa, devo scappare a fare la spesa per il compleanno della mia piccola che si sta facendo grande. Ho in serbo per lei stavolta un sacco di effetti speciali. Vorrei che ricordasse questo giorno. E anche, egoisticamente, che ricordasse quanto la amo.

P.s. Il lunedì faccio di solito un migliaio di passi: vorrei che almeno la mia domenica restasse così… sull’intoccabilità del lunedì Little Boss concorda.

 

 

28 pensieri riguardo “Autumn in the Moonverse

          1. Ok… potremmo andare avanti all’infinito . E in punto di morte ci troveranno sul letto, un filo di voce a pronunciare Rosso di sera bel tempo si spera o, ancor più allarmante, Buongiorno e tre uova…

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    1. Ciao PE 🙂 ho impostato la mia per mantenere in peso invece e devo dire che difficilmente arrivo alle 2000 calorie che dovrei assumere… ma almeno monitoro i nutrienti cercando di non farmi mancare nulla. E sì, funziona

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        1. Non è detto che essere genitori ti dia automaticamente l’accesso all’amore. Io sento questo. Quindi non è a mio avviso un termine adatto alla situazione, ma a me

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          1. In effetti non tutti i genitori provano chissà quale trasporto per i loro figli. Soprattutto quelli che ne hanno fatto uno solo perché arrivati ad una certa l’hanno visto come una tappa obbligata per una piena realizzazione personale. Buona giornata! 🙂

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