Studiare e un rossetto inutile

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Stasera mi sono messa un rossetto rosso fuoco. Così. Per lasciare la traccia sul bicchiere e sui filtri delle sigarette. Non ha alcun senso che io metta un rossetto subito dopo il pigiama, ma tanto non ha senso nulla, qui.

Oggi il caldo è stato pesante, il lavoro anche, la mattina l’ho passata tutta a fare il gelato, rendendomi conto che il Super corso da gelatiera non mi ha dato tutte tutte le basi che dovrei avere, perché poi alla fine io sono una secchiona nata, dote che ho trasmesso pure a Little Boss, che infatti mi ha portato una pagella con una media del 9, una cosa che io alla sua età no. Lei mi fa vento mentre mi supera, e io sono una stupida madre orgogliosa, come sempre: niente da fare: è più sveglia di quanto lo ero io alla sua età, è più veloce con la mente, io sono sempre stata un piccolo bradipo in erba. Lunga a capire, come ora. Lunga a muovermi, come ora. Lunga a dare il primo bacio, lunga a dire Non è giustofuori dalla porta di casa, lunga a dire Sto male.

In ogni caso eccomi qui che cerco di recuperare alla mia veneranda età (divertente: Little Boss l’altra mattina mi ha fatto questo ragionamento: se io mi sposo/accompagno con un uomo/una donna– mia figlia sì che ha le vedute larghe, giustamente- che è figlio/a unico/a come me, i nostri ipotetici figli non avranno né zii, né zie né cugini/e: che tristezza. La sua conclusione è stata: anche se sei vecchia, me lo puoi fare un fratellino/sorellina?L’ho guardata un po’. Non mi ha proprio lisciato il pelo nel verso giusto…no?)tutte le nozioni che posso sull’arte del gelato.

In sintesi: studio. Una cosa che mi viene da dio, l’unica cosa che so fare è imparare, mettere le cose in più nella mia sacca stracolma, l’abitudine alla carta mi rende le cose facili, sono nata per studiare, non c’è versi, è l’unica cosa che mi rende felice, imparare.

Quindi largo alla storia dei primi sorbetti datati 1500, largo alla chimica (seriously?), largo al POD, al PAC.

Ho bisogno di sentire che qui ci sto a fare qualcosa.

Che quello che sto facendo ha un senso.

Che la mia vita serve a qualcosa.

Che poi alla fine non è quello che ho sempre voluto? Che la mia vita significasse qualcosa? Ma non è quello che vogliono tutti?

Non c’è creatività più grande che dare alla propria vita un senso.

Ci sono troppi Perché nella vita che so già che non avranno mai risposta.

Tanto vale ogni tanto capire Come.

 

 

E poi c’è una frase che vale sempre e comunque: vattene, per favore.

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13 pensieri riguardo “Studiare e un rossetto inutile

  1. A quell’età consideravamo vecchi i trentenni: faremmo bene a ricordarcene quando, per legge di natura, ci viene presentato il conto. E comunque è assolutamente vero che sei ancora in tempo a regalarle un fratellino. Io darei dieci anni di vita per averne uno. Chi non è figlio unico non può neppure immaginare la sofferenza che questo comporta.

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  2. Ciao, allora, mettiamola così. La nostra vita non ha un senso. Non ha avuto senso quella dei nostri antenati e non l’avrà quella dei nostri pronipoti. Perché siamo un cazzo di niente in mezzo al nulla.
    Quindi.
    Considerato che tra cento anni non sarai viva né tu né little boss, né io né le mie figlie, e che nessuno si ricorderà di noi, per quanto possiamo essere bravi a fare gelato o fare consegne (non è che ci vuole una mente eccelsa per entrambe le cose), direi che non vale la pena ammazzarsi di segue mentali.
    Si lo so già cosa vuoi rispondere e ti dico hai ragione. Hai ragione tu, ha ragione Barbara, ha ragione Little, abbiamo ragione tutti.
    Vedi?
    Non sei l’unica a crogiolarti nell’autocommiserazione. Io l’ho studiata prima di te… 😐

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