La mia eredità

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E finalmente ecco il sole.

Caldo sulla pelle che non chiede altro che esporsi.

Solo che devo ricordarmi di aggiustare il condizionatore in macchina, che sono tre anni che perde gas. E se devo farmi un viaggio per andare dal mio avvocato mi serve.

Parcheggio in un posto incredibilmente vicino e dove non si paga dopo le due del pomeriggio, in pratica un culo che mai avrei pensato di avere in Città, e lascio che la signora del bar dove prendo il caffè (e una bevanda che è una sòla indecente) mi dica quanto vorrebbe prendersi una casetta dove vivo io, mentre io vorrei prendere una casetta dove vive lei. Quasi quasi sto per proporle uno scambio (equo e solidale: un monolocale nel buco del culo del mondo VS un appartamento in città) quando mi suona il telefono. Sono in anticipo per il mio appuntamento, posso passeggiare lungo le mura, chiacchierare del più e del meno con l’Amico Speciale che lo so che vuole solo distrarmi un po’, allentare la tensione prima che io metta i puntini sulle I. che poi è quello che sono venuta a fare, qui, a 50 chilometri di distanza da casa, in una giornata che era meglio se ero (finalmente) al mare, al limite in piscina.

Il mio avvocato profuma di lavanderia, mi dice : Sei biondissima, come stai bene, mi fa accomodare, mi guarda fisso negli occhi e dice: io però sono stufa, questo uomo (il mio ex, Ndr) è davvero pesante. Io rido. Tu sei stanca? Che sei in questo pastrocchio solo da sei mesi? Io ci sono da quasi quattro anni.

Ci mettiamo di buona lena a mettere i famosi puntini sulle I, scriviamo una bella lettera, ci consultiamo con l’altro mio avvocato per telefono, che ha appena partorito, ma nonostante la fatica di una bambina di due mesi è davvero cazzuta quando dice la sua. Sì, ho due avvocati, nemmeno fossi Riina.

E sebbene fossi arrivata con il sole e il caldo e la tensione, esco alleggerita, positiva, so di aver fatto la cosa migliore che potessi fare per la mia Little Boss, lo so perché lo sento, e io ormai a quello che sento do un gran peso. E la sera, quando ritorno a casa con la piccola in macchina, lei me lo conferma. Mi chiede cosa ho fatto nel pomeriggio, le spiego le cose a grandi linee, ma senza trascurare nulla. È nel suo sguardo che trovo conferma. Come se mi stesse dicendo:prenditi cura di me, non lasciare che debba fare le cose da sola.

E no, piccola, che poi piccola non sei più. Tu da sola non ci sei. Il mio avvocato ha voluto vederti e le ho mostrato un video dove cantiamo Tanti auguri a Ale, lei ha detto: come è dolce, e tu lo sei davvero, piccola. Sei la migliore. Sei forte, energica, intelligente, piena di vita. E io quello voglio conservare, quella fiammella che accende la tua vita, e per farlo donerò ogni goccia delle mie energie.

Vorrei essere solo un esempio migliore, ma non sono più una fan della perfezione. Ho una piccola vita, fatta di piccole cose: un caffè che profuma di zenzero, lo smalto blu sulle unghie, l’ultimo pezzetto di cioccolata all’Irish Coffe di Ale, la piastra per i capelli abbandonata in terra nel bagno, il ricordo di un bacio, lettere, nero su bianco.

Alla fine sono fatta per tre quarti di inchiostro.

Spero di lasciarti almeno questo.

 

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16 pensieri riguardo “La mia eredità

  1. Parole che vengono dal cuore di una Donna e Madre che nonostante tutto ha ancora la forza di combattere per la propria cucciola e per sé stessa.

    Dire che ce la farai sembrerebbe una cosa scontata in un mondo che non lo è, però sì, alla fine riuscirai in tutto, e il merito dovrai darlo solo a te stessa 🙂

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  2. È da un po’ che non tornavo qui, mi sono persa e ho perso tante cose, ma ritrovo in te la stessa volontà dei primi scritti, quelli del conto alla rovescia. La tua little boss è molto fortunata e la chiusa di questo scritto è da applausi

    Piace a 1 persona

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