Fallimento

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Qualche anno fa ho imparato che la vita è una questione di Punti di Vista (PDV), che si vive in tanti modi e che tutto dipende dalle lenti con le quali guardi il mondo.

Incontestabilmente vero.

I miei occhiali oggi sono di un bel Dark Black.

Mi sveglio e fuori piove. Già questo basterebbe a farmi tornare a letto. Ma non posso, non io, che sono responsabile, che devo portare Little Boss al pulmino, che devo andare a lavoro, lì ho mille cose da fare, il martedì si riapre e ci sono tutte le preparazioni.

Arrivo e trovo un pacchetto dello Shogun, un libro che gli avevo prestato e che mi ha rispedito per posta. Non lo apro, lo ficco nella borsa e via.

Il mio avvocato mi ha spedito un messaggio dalla controparte (è così che si chiama, no?) che non accetta nulla di ciò che ho proposto. Ma non si azzarda a proporre nulla, ovviamente. Funziona così da anni e anni, con il mio ex. La domanda tipica era: che vuoi da cena?

Mah, fai tu.

 Preparo del pollo?

 Il pollo?, no, non mi piace, lo sai.

Una pasta alle verdure?

La pasta la sera? No…

Non so se avete presente il soggetto. Non è cambiato nulla, ora che c’è una causa di affido in corso.

Pare inoltre che la mia piccola sia insoddisfatta di qualcosa, ma non si sa precisamente di cosa. Glielo chiedo al volo, prima del pulmino, ma lei risponde veloce.

Io, invece, mi perdo.

Mi perdo nei pensieri del fallimento.

Sono fallita come mamma: non so più cosa sia bene per mia figlia. Quando era piccola era facile: aveva fame? Latte! Aveva il pannolino sporco? Cambiato! Aveva sonno? Una fiaba e una ninnananna.

Ora cerco di entrare nel suo mondo fatto di canzoni inascoltabili e battute incomprensibili, fatto di cose che mi sa che ho dimenticato in parte, brufoli, outfit (noi lo chiamavamo look), gite, scherzi telefonici. Ma lei non è solo questo. Lei è anche un mondo che mi è accessibile solo in parte, perché è il suo. Prima non era così, i nostri mondi collimavano. Certo, era un prima prima. Ma lo shock non è minore, anche quando si sa che le cose vanno così.

Sono fallita come donna: non tengo in piedi una relazione che è una, non mi accontento, dice mia madre, sono anafettiva, dice mio padre, sono una troia, dice il mio ex, sono sfortunata, dice qualcuno. Sono inamabile, dico io.

Sono fallita professionalmente: faccio lo stesso lavoro che facevo quando frequentavo l’università per mantenermi agli studi. Manco carriera, ho fatto. E nemmeno la famiglia, ho fatto. Alla fine non ho fatto un cazzo.

Sono fallita come figlia: mia madre non mi sopporta per la maggior parte del tempo, mio padre mi ignora per l’altra parte. Certo, ormai mi ci sono abituata, ma questo non significa che non faccia male.

Nella vita la cosa che mi riesce sempre è fallire. Senza troppo sforzo, direi.

Gli occhiali Dark Black fanno il loro fottuto lavoro.

La stanchezza prende il sopravvento.

Cedo le armi solo per un momento. Solo per sentire cosa si prova a fare sempre la parte di Don Chiscotte.

Poi riparto, eh. Lo so che riparto.

Ma oggi la stanchezza mi puzza di fallimento.

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19 pensieri riguardo “Fallimento

  1. Ma no mia cara, tu sei una donna che cerca di andare avanti, di vivere dopo le sue scelte, di crescere una figlia ed averne la responsabilità, di lavorare e mantenervi. Ti sembra poco questo? Sinceramente a me no! 😘😘😘❤️❤️❤️

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  2. Quel senso di fallimento lo conosco molto bene. A differenza tua io ci ho fatto amicizia e ora passiamo insieme delle giornate meravigliosamente cupe. In fondo è un tipo simpatico e ha un sacco di amici…
    Un quanto a Little, tutto normale. È l’età, ci passano tutti.

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    1. A me invece il tipo non piace mai… quando me lo sento sulle spalle tento di ignorarlo. Non sempre mi fa compagnia. Ogni tanto…
      la piccola lo so. So che è l’età… solo che, povera, deve sopportare anche cose che non sono per la sua età . Ma anche questo finirà prima o poi

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  3. Ma se Explorer ha il coraggio di proporsi come sistema operativo preferito, come fai a dire che sei fallita???
    Scherzi a parte, spesso non siamo i migliori giudici di noi stessi, ma poi soprattutto, certe valutazioni eventualmente vanno fatte alla fine di un percorso. E tu mi pare che ancora ne hai di strada da fare!

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    1. È solo una questione di lenti Romolo. E di momenti in cui prende un po’ di scoraggiamento. Stanchezza, direi. Di strada è vero, ne ho forse ancora. Ma quella che farò non lo so. Quella che ho già fatto posso vederla

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