Bilanciamenti

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Quello che dovrei fare ora:

bilanciare il gelato alla crema.

Quello che effettivamente faccio ora: fumo e scrivo qui.

Quello che dovrei fare:

andare almeno a letto e dormire, dopo 11 ore di corso intensivo di gelateria.

Quello che faccio ora: pensare ai miei fantasmi.

Quello che dovrei fare:

ascoltare musica allegra.

Quello che faccio:

ascolto Lonley day dei System of a down.

Insomma, siamo d’accordo che faccio tutte le cose sbagliate, no?

Sono la maga delle cose sbagliate, la razionalità mi incula sempre con questa storia.

Ma nonostante tutto sto meglio. Il mio cervello oggi ha avuto da mangiare. Poi non fate il conto che ha avuto da mangiare pasta e pane e ho un cervello celiaco, ha mangiato, comunque. Non si è autofagocitato come fa di solito.

Ho un altro corso. Pare che la mia vita sia intervallata da corsi di aggiornamento molto frequenti se leggo questo blog: da che l’ho iniziato(agosto) ne ho già avuti 3: uno di cucina, uno di cocktail (che ho fatto io) e ora uno di gelateria. Questo è il peggiore dei tre. Perché è costoso (500 euro al giorno, che vabbè che non sborso io, ma il peso del corso si fa sentire); perché ha a che fare con chimica e matematica (le mie nemiche da sempre, anche se ne sono attratta, come alla fine sono attratta dalle cose che mi fanno male); perché mi sa(non ne ho ancora la sicurezza, ma vedrai che ho ragione) mi porterà via tanto tempo per studiare, visto che io sono così: non le concepisco le cose a metà.

In ogni caso trovo un elemento molto positivo in queste tre giornate di massacro: il mio piccolo neurone è impegnato a fare calcoli, proporzioni, percentuali, si deve barcamenare con tabelle e deve ricordare cose come il POD o il PAC dei vari zuccheri, il loro RS eccetera.

(Parentesi per chi crede che fare il gelato sia una cosa facile: col cazzo: aprite un libro di Luca Caviezel e poi ne riparliamo, ok?)

Quindi, dicevo: neurone impegnato nei bilanciamenti = neurone non più impegnato nelle sue varie seghe mentali. Il che equivale a meno dolore. Ottimo risultato, caro Gelataio. Che poi il Gelataio che ci (mipiù che altro, visto che le allieve sono solo due e una ha già dato forfait) sta insegnando sembra anche un tipo in gamba, uno pipato con i prodotti naturali, veri, gusto più che marketing, insomma, quando impari da uno che ama il suo lavoro è sempre una cosa grande. E io amo imparare cose nuove.

Una volta TDL mi disse una cosa che mi fece sorridere, e ora me la ricordo perché in un certo ha ragione: è come se tu volessi riempiere continuamente la sacca del tuo sapere. Una cosa non ti entra? Ce la pigi a forza.

E ora pigio a forza questo, forse. Ma alla fine può farmi comodo, come tutte le cose che avrò imparato.

Quindi calcolo. Bilancio. Alla fine la vita stessa è un bilanciamento per far tornare tutto, no? Somma degli ingredienti che sia pari a 1000, e se non torna bisogna aggiustare il tiro, togliere da una parte e aggiungere dall’altra.

Intanto vado ad aggiustare il bilanciamento della crema. Che per bilanciare la mia vita ho ancora strada da fare…

 

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9 pensieri riguardo “Bilanciamenti

  1. Vabbè ma l’importante alfa fine è sapere quello che si è e accettarsi. Mi pare che tu hai capito chi sei. Accettati e vivi felice che tanto la bilancia non la si riesce a pareggiare.
    (Quello che ho appena scritto può essere una grande verità o una grande cazzata… Scegli tu).
    Per me crema e cioccolato, un classico…

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  2. 500 Euro al giorno? Non pensavo potesse costare così tanto un corso di gelateria. Comprendo perfettamente la necessità di seguire corsi, imparare continuamente qualcosa, mantenere il cervello costantemente impegnato per occuparne una porzione più ampia possibile…

    Piace a 2 people

  3. da queste parti il gelato è una tradizione centenaria … ma molti si sono accorti che il pallino del naturale non sempre significa buono, mi dicono. Magari è naturale, mi dicono. Magari è km zero. Ho provato, riprovato. Magari è più buono il KM dallaltrapartedelglobo, e sono ancora contento – dicono – magari a volte i preparati sono miliardi di volte meglio. E credimi – mi dicono – non è che i preparati siano merda.

    Non so. Io magno! 😀
    Sono andato anche da Grom, eh, per carità. Sia a Treviso che a Trento. Ho GROMMATO. Buono. Ma anche dal tizio scemo qui in paese, poi al paese di fianco, poi nell’altro… in tempi in cui tra le montagne non si guadagnava abbastanza, nonché, ho scoperto l’altro ieri, per sfuggire sia alla guerra che alla naja, molti sono emigrati in Germania per fare i gelatai, i gelatieri, per andare a servizio o per mettersi in proprio. E le case che ci sono qui intorno, se sono “dei gelatieri” si capisce subito.

    Comunque ora ho voglia di gelato.

    Molto brava! 😀

    IMPARA TUTTOoooooooooooooooooooooooo

    "Mi piace"

    1. Il gelato al nord è molto diverso dal gusto del centro e del sud… come la pasticceria in generale. Ti sposti attraverso l’Italia e il gusto del dolce o del grasso cambia tantissimo. Ovvero: ciò che piace in un posto non è detto che piaccia in un altro. I preparati : non sono merda, ok, dipende ovvio, ma sono molto cari. Ti fanno pagare qualcosa che più che altro è zucchero (quindi costo basso) diversi eurini al chilo… e poi comunque devono mettere addensanti , stabilizzanti eccetera. Ho scaricato un’app per gli additivi e ti fa perdere la voglia di mangiare 😂
      Quindi mah… se non è una questione di marketing, ma di gusto o di digeribilità, ad esempio, allora preferisco fare questa scelta (anche se è una scelta faticosa, ovvio)

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