La Teoria la so tutta

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Vediamo…

La cena è sistemata nella padella, una cena fusion(macchè, è una cena inventata, ma dire fusion fa più figo) che di certo Little Boss apprezzerà solo in parte; il bucato è dentro la lavatrice che si sta lavando; ho mandato l’Iban a chi me lo ha chiesto (fa sempre bene qualcuno che, nell’arco della tua giornata, ti chiede l’Iban, no? Di solito te lo chiede per versare, giusto?).

Ho fatto tutto e Little Boss sta finendo di fare i compiti (anche se è in ritardo, ma vabbè). Nota stonata, nel senso esatto del termine: la sua musica , fatta ragazzini che cantano e che hanno nomi tipo skilla o roba simile (non riesco a imparare questi nomi, il mio neurone si rifiuta e io non posso biasimarlo…). Sopporterò. Dopotutto lei a volte sopporta la mia musica, no? Che poi lasciate stare il fatto che la mia musica è degna di essere ascoltata… ma i gusti sono gusti e, come disse una volta una mia amica, tutti abbiamo ascoltato da ragazzini qualcosa di cui oggi ci vergogniamo (io i Take That…).

Insomma, tutta questa non è una prolusione, bensì una nota introduttiva che mostra un fatto semplicissimo da notare: la prendo sempre larga per dire le cose. Essere sintetica, diretta, funzionale non mi piace. Qui, soprattutto, che siccome è uno spazio mio (gentilmente concesso in modo gratuito da San WordPress, che io prego assai poco, si vede, perché a volte mi ignora e, anzi, mi fa gambetta) mi piace utilizzare come mi pare.

Sul fatto, comunque, che io la teoria la so tutta, ma sulla pratica, invece, difetto, ho rotto le balle a tante persone in questi anni. È una frase che metto avanti come un cartello o uno striscione, i miei Lo so, lo so sono diventati celebri, stanno facendo un meme ad hoc.

Oggi l’ho ripetuto all’Amico Speciale.

Il fatto è che quest’uomo, con i suoi alti e bassi e le sue virate di idee, ora è in una fase un po’ particolare dove si lascia ispirare da un tizio (popolare su You tube) che è sì uno psicologo, ma è anche uno molto alla mano, che dice le cose in modo diretto e semplice, e questo indubbiamente lo rende attraente per persone come l’Amico Speciale, che vuole sì imparare, ma non da persone che si atteggiano in un certo modo superiore. Ma comunque, non è il nuovo amore dell’Amico Speciale il discorso.

Il discorso è cosa è successo, praticamente, nel Moonverso. Perché di questo scrivo, essendo cosa a me cara. E non è a me cara perché è roba mia e quindi esisto solo io, non è a me cara in maniera egoica (rubo questo termine a chissà chi, non è corretto ma rende l’idea), ma è la semplice premessa di questo blog.

(Lo so, lo so, mi dilungo, parto per la tangente, sto andando fuori tema, divago)

Ho passato un bellissimo weekend con qualcuno venuto dal Giapponeapposta per me. Il mio capo mi ha detto che si vedeva che ero felice, avevo una luce speciale. Ed è così. Lo Shogun mi rende felice, cazzo. Tutto con lui assume una colorazione diversa, mi fa pensare Allora esiste davvero, esiste sul serio essere felici! E tutte quelle cose lì. E non vi tedio oltre. Perché il punto non è ancora questo.

Ma ieri mattina io e lo Shogun avevamo fame. E siamo usciti per fare colazione (sembra l’incipit di un noir).

Il mio ex Lex (vi rimando brevemente a qualche nota qui) in un nanosecondo si è di nuovo trasformato in Lex. Un po’ come accade in Smallville, non so se avete presente. Lex e Clarke sono in continua tensione per diverse puntate, fino a che la rivalità non prende piede definitivamente. E ieri Lex mi ha fatto chiaramente capire, con modi poco cortesi invero, che la rivalità è ricominciata. E in un certo senso ho tirato un sospiro di sollievo, perché non è che mi fidassi proprio molto. Sentivo. E lo so che non si fa, ma io quando sento di solito ho ragione.

Ed ecco che si torna a bomba.

Io lo so che sbaglio a pensarla così. La teoria mi dice che se penso così avrò una bella Teoria che si autoavvera dalla mia. Ma la pratica, l’esperienza, mi dice che il mio diciottesimo senso ha ragione. E, di nuovo, lo so che il mio cervello mononeuronale registra solo quando vince in questo settore, ma è proprio… più forte di me?

Ed ecco che ogni volta mi sento una stupida. Perché nonostante sappia come funziona, nonostante conosca l’insidioso meccanismo, ogni volta ci casco.

Così come casco nel trabocchetto di Allora sono sbagliata io se.

Diciamo che la cosa più buffa in assoluto è che sia l’Amico Speciale, oltre agli altri, a dirmelo.

Ma siccome sento anche lui (ridete pure, lo so , lo so) non sono ancora convinta che questa sua fase sia reale o fittizia.

E insomma, proprio quando la teoria mi insegna che devo smettere di farmi le seghe mentali, ecco che sono di nuovo qui a farmele.

Un insegnante immaginario direbbe, di fronte a una come me: si impegna tanto, ma proprio non ce la fa

Cerchiamo di premiare l’impegno?

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26 pensieri riguardo “La Teoria la so tutta

  1. In questi casi la lezione è solo una: calci in culo come se non ci fosse un domani a chi rompe i coglioni e non si fa una sua vita lasciando in pace gli altri. Alla terza vertebra lussata dai colpi ci penserà non una ma 1000 volte prima di avere la voglia di riaprire bocca, oltre ad usare la ciambella per sedersi.

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        1. Adriano, hai tutta la mia simpatia, per il semplice fatto che parteggi per moon e per il fatto che sostieni la “linea dell’azione”. E’ che, sempre, quando siamo “poco pratici” della via dei calci in culo pensiamo di essere gli unici ad avere i piedi, a credere di saperli usare, e facendosi il film che il culo, in realtà assai esperto, altrui, resterà fermo come restano fermi i cattivi-stupidi dei film d’azione mentre il buono declama, oppure agisce in modo fico a nostro uso e consumo. Ma nella realtà chi vive di calci in culo prima agisce e poi agisce di nuovo. E magari dopo che sei morto parla. Dopo.
          La gente che vive di violenza l’ha imparata come camminare e respirare. E anche loro, spesso, dimenticano la semplice regola: arriverà uno che farà il culo a te.
          Naturalmente mafia, camorra eccetera vivono di questo vecchio meccanismo che non si spezza.
          Il motivo per cui demandiamo l’uso della violenza, anzi, lo autorizziamo laddove agli altri è precluso per il bene comune, alle forze dell’ordine, è stabilire chi deve essere forte e chi debole. Dev’essere forte la Giustizia.
          Naturalmente il grosso, grossissimo problema, è che siamo tutti esseri umani e che far parte delle forze dell’ordine è, semplicemente, un lavoro.
          Resta il fatto che la distribuzione di calci in culo non prevede che l’altro non reagisca, che non preveda, che non prenda il tuo piede e te lo rigiri nel tuo, di culo. Questo, sempre, è il problema della violenza: che il suo universo funziona con la legge del più forte, non con quello di chi ha veramente ragione. In quello schifoso mondo non si ha ragione. Si ha ragione DI.

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          1. La cara Moon sa che sono e sarò sempre al suo fianco 🙂 Hai ragione in quello che scrivi, la violenza non è mai la soluzione anche se, a dire il vero, certi personaggi se li meriterebbero seriamente dei calcioni visti i danni ripetuti che fanno 🙄

            Di solito quando scrivo un commento esagero volutamente principalmente per farla ridere e sdrammatizzare un po’. Se avessi continuato ancora con i commenti avrei esagerato ancora di più, del tipo “riempi un secchio di fialette puzzolenti e tiraglielo in testa a mo di shampoo, se lo vedi in strada sgambettalo possibilmente vicino ad una buca, salutalo tirando bombe a mano” ecc. ecc., ben sapendo che lei avrebbe riso sogghignato ugualmente.

            Ad ogni modo hai ragione, la prossima volta che commenterò starò più attento alle parole: farò dichiarare direttamente guerra ad uno Stato a caso 😜😁

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          2. Adriano, figurati, io esagero sempre con le parole. Ma quando ci si avvicina alla realtà queste cose diventano vere, non ho così il palo in culo come forse può sembrare. La cosa purtroppo fa meno ridere. Perché quelle persone a cui daremmo qui, per iscritto, i calci in culo e li saluteremmo con le bombe, sono quelli che picchiano la gente (e quanto poco rende questo verbo, quando senti lo schiocco dei corpi schiantarsi l’un l’altro per ferire) e quelli che possiedono armi, armi vere. Armi che squarciano, trapassano, dissanguano, uccidono.
            Quando si scende a quel livello, da soli, da cittadino a cittadino…
            hai capito.

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          3. Che mi dispiace per quello che è successo (spero poi che tu abbia nel frattempo avvisato la polizia o i carabinieri) ma non è una cosa che rientra nella norma questa, e neanche nella normalità se andiamo a vedere bene. Per fortuna non è questo il caso.

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          4. Interessanti i vostri scambi sulla violenza… CG, il tuo episodio è tragico, il mio spero non lo sia altrettanto. Ma la mano sul fuoco non ce la metto conoscendo Lex. In ogni caso il mio pensiero sulla violenza, in generale, è banale: violenza chiama violenza. Ma io preferisco sempre non rispondere. Ed è ciò che sto insegnando a mia figlia: non reagire con la violenza, ma con le armi della giustizia. Sempre. Ci proviamo sempre

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          5. poche ore prima una persona è stata minacciata di fronte ai miei occhi e ha deciso, per sua convenienza (un bilancio danno-beneficio) di non sporgere denuncia.
            io in quel caso ero a forte velocità su strada a due corsie… la cosa migliore sarebbe stata prendere nota della targa e filmare l’accaduto ma… ero occupato a tenermi in sicurezza, visto che era percorrenza ad alta velocità, quindi no, purtroppo. E di questo mi rammarico perché non è la prima volta che qualcuno fa cazzate grosse “per futili motivi”… e io non ho la prontezza di filmare, cosa molto semplice oggi.

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          1. Sempre tutto liscio anch’io: mai sopportato che mi si annacquino le bevande. Né che si ammazzino i sapori col freddo del frigo.
            PS: cos’hanno i Take that che non va? (e ho quasi trent’anni più di te!)

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          2. Mi ero persa questo … take That… uhm… facciamo allora che non esistono più e fine che dici? Lascia che siano quello che sono: il mio scheletro nell’armadio

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          3. (te lo dico in un orecchio. E’ tutto un trucco: le cose più le esibisci e meno si notano. Se dovessi, per esempio, sorvegliare una piazza per conto del Mossad, mi ci piazzerei con cavalletto da pittore o da macchina fotografica, coi capelli blu, microgonna arancione, collant verde fluo e giacca ciclamino. Se tu vedessi una roba così ti potrebbe venire in mente che sia un agente segreto in servizio? E comunque non sono la sola ad averlo capito: quale migliore mimetizzazione per un agente della CIA in servizio?)

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