Munchkin, musica e altre amenità…

post 42

Ho all’incirca un’ora di buco tra il pranzo e una partita a Munchkin, gioco di carte di difficile definizione per i non nerd come me, ma che entusiasma Little Boss. E non solo: tre dei miei colleghi sono entusiasti all’idea di giocarci, specie con Little Boss, che mi chiede: perché io ho i soliti gusti di un ragazzo di trent’anni? Ma la domanda giusta sarebbe inversa: perché tre ragazzi di trent’anni hanno i tuoi soliti gusti? E poi ci sono io che sforo, che ne ho dieci di più e mi diverto comunque tantissimo. 

Quindi pomeriggio con torneo di Munchkin…

E intanto la colonna sonora che ho alle spalle varia da Ed Sheeran ai Maroon 5, la musica di Little Boss, che anche quando fa la lezione un po’ di musica ci vuole, e io che devo dirle, che non faccio nemmeno il soffritto senza musica? Ho sempre studiato con la musica, scritto con la musica, fatto la doccia con la musica, lavorato con la musica. E fatto tutte le altre cose…

Anche mia nonna adorava la musica. Forse me la ha attaccata lei questa fissa, certo, erano note diverse, ma lo stesso trasporto. Verso la fine dei suoi anni le era presa la demenza senile. O magari era Alzheimer, non ho mai capito la differenza. Stare con lei era molto faticoso, dovevamo guardarla a vista (che non si facesse male, per lo più), contenerla quando alle tre di notte si alzava, si vestiva e voleva andare a fare la spesa, insomma, tutte quelle cose che chiunque abbia avuto esperienza della cosa conosce. 

Ma lo stesso, stare con lei che farneticava era uno sballo, le uscivano dalla bocca non solo i ricordi vividi e precisi della sua giovinezza (i ricordi lontani nel tempo restano quasi sempre), ma sopratutto i suoi sogni. Raccontava i suoi sogni come fossero stati reali ed è stato bello scoprirla così, capirla, in fin dei conti. 

Una volta mi chiese se avessi mai conosciuto suo marito.

  • No, nonna, non me lo ricordo il nonno, è morto quando avevo tre anni.
  • Ah, mi dispiace… peccato, però, era un re, sai?
  • Vittorio Emanuele, ne avrai sentito parlare.
  • Vagamente… 

Ha sempre avuto questa cosa, questo desiderio di regalità. Quando ero piccola mi insegnava a camminare con i libri sulla testa, mi diceva di tenere le braccia lungo i fianchi mentre mangiavo perché lo fanno le principesse. Mi cuciva vestiti eleganti che poi non sfruttavo mai. 

E poi mi faceva guardare mentre lavorava, sperando di farmi imparare i segreti del taglio e cucito. No. Non sono mai riuscita a fare nulla, non è riuscita nemmeno lei in questa impresa titanica, nemmeno un bottone sono brava a riattaccare. Ma ogni volta che vedo ago e filo penso a lei, penso alle giornate d’estate che passavamo insieme, alle piccole gite in centro a Roma alle otto di mattina in pieno Agosto (una città fantasma), a tutte le volte che mi ha fatto mettere la mano dentro la bocca della verità (come ero terrorizzata ogni volta… a volte i bambini si perdono dietro a cavolate…) o a come mi prendeva in giro fantasticando sul mio fidanzato (bello, ricco e micco, era il suo motto).

Io che di solito non sono così nostalgica (in fondo penso sempre che le persone vadano onorate da vive, non vado mai al cimitero), oggi pomeriggio, con Little Boss che fa la lezione, penso a queste tre generazioni che hanno un sottile filo che le unisce, penso alla musica e al potere che ha nella mia vita. 

E così, dovunque tu sia, nonna, ti mando un sorriso. Mi auguro che tu abbia trovato il tuo Vittorio Emanuele da qualche parte. 

Concediamoci i sogni almeno da morti.

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19 pensieri riguardo “Munchkin, musica e altre amenità…

  1. Ho sempre pensato anche io che le persone vadano onorate in vita. Ma mi si è chiarito in modo “esplosivo” in una puntata di 90210, giuro. Muore uno che si è comportato da coglione. E qualcuno che lo onora col discorsetto all’americana lo dice: le persone si amano da vive, gli si dicono le cose da vivi. Quando sono morti è troppo tardi. Poi non so, forse dovevano dirgli le cose in faccia per non fare il coglione, questo non lo ricordo.

    E siccome di tanto in tanto io ci penso, penso che non ho detto quello che andava detto e non voglio mancare, di tanto in tanto ti arrivo li e ti dico “conoscerti è stato un piacere” (quando lo è stato, oppure un onore, se lo è stato … e ovviamente quando lo spiego la gente che prima aveva un dubbio poi ha una certezza sulla mia follia.

    Eppure è così: ci sono persone di cui vedi OGGI il valore. SUBITO, oggi stesso: glielo puoi dire. Non mancheresti se faccessero cazzate.

    "Mi piace"

          1. Ce ne sono anche di più lunghe, ma questa è una delle migliori per il ritmo. Poi ovviamente dipende dai tuoi tempi; il fatto è che se finisce prima del tempo non puoi farla ripartire con quel pianissimo, sarebbe un macello!

            Piace a 1 persona

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