È una domenica pomeriggio come altre, finito il mio turno da massacro me ne sono tornata a casa ad aspettare Little Boss cercando di concedermi il famoso relax che non trovo mai. Ora. È molto probabile che non vi tornino i giorni, quando leggerete, l’ho spiegato nel Riassuntino…(lato destro del blog, credo, se mi ricordo bene): io scrivo troppo. Nel senso che se dovessi pubblicare subito tutto quello che scrivo, intaserei WordPress. Quindi li programmo e chissà quando leggerete questo… per ora sono avanti di un mese. Cioè. Indietro di un mese? Boh, ditemelo voi, non lo so. E la distanza tra i giorni in cui scrivo e quelli in cui pubblico effettivamente l’articolo sta crescendo come se fosse Blob. Questo significa: A) che devo rallentare, devo farmi una vita, andare fuori, vedere gente, restare umana, come consigliava giustamente Miller nel suo decalogo per gli scrittori; B) che sto dilatando il tempo, anzi, lo sto contorcendo: oggi pubblico qualcosa che è successo un mese fa, ma è come se mi succedesse di nuovo: un paradosso temporale che manda ai matti il neuroncino solitario.
Certo, qualcuno potrebbe dirmi che dovrei semplicemente eliminare gli articoli inutili, ripetitivi, fare una selezione, insomma. Ma così rischierei di non pubblicare più nulla, e sebbene quel qualcuno potrebbe esultare perché così divento una cittadina modello, prendo le mie cartacce e invece di buttarle per strada me le metto nella borsa e le porto a casa, a me piace stare qui. Mi piace essere un’incivile del web. E poi lo spazio è ancora grande, tendente all’infinito, quindi, siccome pago le tasse, avrò qualche diritto no?
Questa follia prefatoria, citando Pasolini in Petrolio, non ha un vero scopo. Anzi, non lo ha l’articolo in sé. È solo un mio cazzeggiare pallido e assorto perché dovrei fare la lista della spesa e non ne ho voglia, anzi, non ne ho cervello.
È che mercoledì è il compleanno di Little Boss: 12 anni tondi e pari (non so perché ma i numeri pari mi piacciono tantissimo, provo tenerezza per loro, e io e Little Boss, entrambe, quest’anno compiamo numeri tondi e pari a dieci giorni- tondi e pari- di distanza. Ma non fate auguri: tanto sarà già passato un mese quando pubblicherò questo), e quindi voglio farle una piccola piccolissima festa. I soliti ignoti a cena: mia sorella con la truppa, mio padre e mia madre con Teresa (se se la porta, che è sempre una Question Mark).
Ma siccome ormai sapete che detesto cucinare, sarà tutto un delirio di toast e pizzette (con la scusa che ai bambini piacciono). E la torta sarà con la Nutella, ovvio. Questa è una tradizione di ogni anno.
Sarà divertente vedere di nuovo mio padre e mia madre insieme, loro, che non si sono rivolti parola per quindici anni dopo il divorzio e ora sono costretti a stare nella stessa stanza per ore (la tregua tra loro è avvenuta dopo la mia separazione: già avevo problemi con il padre di Little Boss, che non mi rivolge parola e quindi i compleanni di Little Boss sono diventati doppi: uno da me e uno da lui. Se avessi dovuto farne uno con mia madre e uno con mio padre -separatamente- la piccola rischiava di festeggiare tutto l’anno… molto felice lei, poco io).
Insomma, comunque, ho scoperto che riescono anche a parlarsi, i due, ogni tanto. Ma sempre sullo stesso argomento: la differenziata. Ora, non chiedetemi perché, ma riescono a stare minuti interi a confidarsi dove buttano il barattolo dei pelati o il tovagliolo di carta usato, ridendo come bambini. E si scambiano opinioni: nel mio comune si fa così, nel mio cosà…
Sono davvero dei grandissimi misteri…
Io, che la differenziata ancora non ce l’ho, fingo di ascoltarli con interesse. Ma ogni volta che mi trovo a casa loro sono sempre confusa sui vari sacchi e bidoncini. Così di solito lascio la spazzatura in giro: ci penseranno loro, che hanno studiato il manuale.
Cavolo, è già tardi e ancora non ho fatto la lista…
Mi ridurrò a fare la spesa a caso, domattina, infilando nel carrello a istinto, come sempre. Perché l’istinto per le schifezze ce l’ho ancora buono…
Sei straordinaria e, come tutte le donne, manipoli il tempo a tuo piacimento. Come fare altrimenti con tutte le cose che dobbiamo fare ogni giorno? 😊
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Esatto … 😊
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Salvo poi scoprire che le schifezze, qualche volta, non sono tali 😘
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Eh… insomma… io ne mangio un sacco 😅a parte il riso al pomodoro, ovvio
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Buono quello 😀
Per il resto chi è senza peccato… 😏
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Non preoccuparti del mondo là fuori: se sei qua dentro è perché puoi considerarlo un rifugio dal marciume della vita reale.
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Esatto: la mia tana…
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Due domande.
Come fai a trovare il tempo di scrivere così tanto?
Dove diavolo abiti che non hai ancora la differenziata?
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🤣sto in un paese che se la gode ancora perché ha la discarica … sto in mezzo si lupi, Walter…
Per il resto: non lo so, davvero. Ma va detto che per scrivere quello che scrivo io, così, un po’ alla cazzo, senza rileggere e nulla, non è che ci voglia poi molto tempo 😁
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Haha, le stesse due domande che mi sono posta io!
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Ho avuto una intensa curiosità per la trilogia “Crocifissione in rosa” … che mi dici? Considerando anche come mi sento. Che più o meno Peppa Pig è l’unica cosa che non mi fa piangere per amore.
Sei forte però. Alla fine devi comunque pensare responsabilmente per una persona che non sei tu. E sei forte, stai in piedi, sopravvivi a tutto e di certo molto lo fai per lei, no? Complimenti a te 🙂
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Non sono forte. Ho creato la mia forza, letteralmente…
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Questo E’ essere forti.
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